Politica

Acqua pubblica, la Lega fa sul serio
Ecco la mozione per la gestione “in house”
Cosa faranno Pd, Pdl e Torchio?

Questione servizio idrico. La Lega ha depositato in Consiglio Provinciale la mozione che, qualora approvata, impegnerà il Presidente della Provincia a farsi promotore presso il Consiglio di Amministrazione dell’azienda speciale “Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona” della necessità che lo stesso modifichi il piano d’ambito ed il connesso modello gestionale al fine di adottare la gestione cosiddetta “in house” (pubblica) che preveda l’affidamento diretto, in coerenza alle disposizioni di legge, ad una società esclusivamente e direttamente partecipata dai comuni. “La Lega Nord – si legge nel comunicato stampa del Carroccio cremonese – si adopererà affinché tale mozione sia discussa nella prima riunione utile del Consiglio Provinciale”. Dunque, ecco fatto quanto già annunciato in consiglio e in conferenza stampa, dopo che alla Lega era stata bocciata il 27 novembre la mozione incidentale che impegnava il presidente ad ‘emendare la delibera di adozione del modello gestionale (seduta cda Ufficio d’Ambito dell’11-10-2012), specificando che ‘la parte pubblica sia rappresentata da un unico soggetto giuridico partecipato dagli enti locali o da scoietà integralmente possedute da un unico ente locale’. In quell’occasione – con motivazioni diverse – Pdl, Pd e Torchio avevano votato contro. Chissà cosa accadrà nella prossima seduta.

Il testo della mozione che verrà presentata dalla Lega al prossimo Consiglio provinciale.

Premesso

che la Lega Nord ha, da sempre, fermamente difeso il concetto che l’acqua dovesse necessariamente rimanere pubblica, per motivazioni etiche legate all’importanza dell’accesso illimitato ad un bene vitale e per il rispetto della volontà espressa dai cittadini con una consultazione referendaria;

che già nel documento presentato a Crema, ai cosiddetti stati generali delle partecipate, la Lega Nord ha dichiarato la preferenza per il modello “in house” in quanto quello idealmente maggiormente rispondente all’esito referendario;

considerato

che i vincoli insostenibili, derivati dal mancato federalismo e dalla scelta scellerata di imporre il rispetto di un patto di stabilità strangolante anche ai Comuni più virtuosi ed attenti ad una gestione oculata delle risorse, limitando gravemente la possibilità dei Comuni di effettuare investimenti, hanno indotto il Consiglio di Amministrazione dell’azienda speciale “Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona” a ritenere accettabile, in seconda battuta, un “modello di società mista” a condizione che la parte pubblica mantenga la maggioranza, uno stretto controllo e la capacità di guidare le scelte aziendali ed il socio privato sia un partner esclusivamente industriale-finanziario qualificato;

che, a parere della Lega Nord, il principio di controllo e governo pubblico sopra esposto si manifesta in concreto esclusivamente mettendo ogni potere decisionale nelle mani dei Sindaci, cioè dei rappresentanti democraticamente eletti dai cittadini a cui essi debbono rispondere se la gestione di un bene prezioso come l’acqua non dovesse risultare efficace, efficiente, di qualità ed, in generale, improntato ad una buona amministrazione (impianti funzionanti, manutenzione, riduzione delle perdite e degli sprechi, acqua di qualità, tariffe eque e sostenibili, rete fognaria e depurazione capillare…);

preso atto

che dopo aver pianificato ed intrapreso un percorso, formalizzato, reso vincolante e ribadito con mozione approvata dal Consiglio Provinciale il 27 marzo 2012, in cui si chiedeva che il soggetto giuridico destinato ad accogliere l’attività di gestione del Servizio Idrico Integrato, anche originato attraverso l’integrazione dei rami gestionali delle aziende municipalizzate, vedesse la componente pubblica essere azionista diretta, escludendo così inutili e costose intermediazioni di ulteriori società ormai incoerenti;

che alcune forze politiche hanno improvvisamente tenuto comportamenti tali da suscitare dubbi fondati che tale percorso si sia interrotto e ci siano pressioni affinché si vada nella direzione di scippare ai Sindaci il loro ruolo di garanti dell’effettivo controllo pubblico sull’acqua, a favore della difesa degli interessi della “casta” a rigenerare e controllare consigli di amministrazione eletti con logiche di spartizione e manovrabili dai partiti politici;

che tali comportamenti vanno a rinforzare i timori che la Lega Nord aveva già espresso nel giugno 2012 quando, nel comunicato stampa “PD e PDL a braccetto sull’acqua” aveva lanciato un primo allarme che ci fossero sentori di accordi tra i maggiori partiti per potersi garantire una posizione nella governance della nascente società idrica, e si era impegnata a vigilare affinché la costituzione del soggetto unico a livello provinciale non gravasse sui bilanci comunali e, conseguentemente, sulle tasche dei cittadini;

ritenendo

che sia necessario salvaguardare gli interessi dei cittadini ad avere uno schema di gestione trasparente e di garanzia ed un modello gestionale autenticamente pubblico;

il Consiglio Provinciale impegna il Presidente

a farsi promotore presso il Consiglio di Amministrazione dell’azienda speciale “Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona” della necessità, stante l’attuale situazione politica, amministrativa e legislativa, che lo stesso modifichi il piano d’ambito ed il connesso modello gestionale al fine di adottare la gestione cosiddetta “in house” che preveda l’affidamento diretto, in coerenza al disposto dell’art. 150, c. 3, d.lgs n. 152/2006, ad una società “esclusivamente e direttamente partecipata dai comuni o altri enti locali compresi nell’ambito territoriale ottimale”.

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