Economia

L’Alternativa sospende
la produzione, tutti i dipendenti
a casa a zero ore

Non c’è futuro purtroppo per la cooperativa L’Alternativa. La cooperativa sociale che occupa circa 170 persone, delle quali almeno 60 diversamente abili è destinata a chiudere i battenti a breve. Già dalla prossima settimana i dipendenti passeranno da tre giorni lavorativi a zero. A spiegare la situazione è Giovanna Gaudenzi sindacalista della Cisl: «I dipendenti vantano arretrati che vanno dalla metà di luglio fino a circa la metà di ottobre, quando è stata firmata la cassa integrazione in deroga. Ora, parlando col datore di lavoro, ci siamo resi conto che le risorse per garantire questi arretrati non ci sono, quindi è inutile far lavorare i dipendenti che continuerebbero ad accumulare crediti nei confronti della cooperativa, riuscendo poi, solo a recuperare  3mila euro lordi dal fondo di garanzia. Così abbiamo deciso di sospendere la produzione già dalla prossima settimana».

Nel frattempo saranno avviate tutte le procedure per avviare poi le ingiunzioni di pagamento nel momento in cui la cooperativa andrà in liquidazione. Per ora è garantita la cassa integrazione in deroga fino alla fine dell’anno, poi si attenderanno le decisioni delle Regione in merito ai finanziamenti.

I TAVOLI PER IL RICOLLOCAMENTO

Nel frattempo sono partiti tre tavoli dei quali fanno parte oltre ai sindacati e alla Provincia di Cremona anche gli enti di formazione e le aziende che assumeranno, a partire dal prossimo 15 gennaio alcuni dipendenti con Dote lavoro. Il primo tavolo andrà in porto lunedì con l’assunzione di 12 persone di cui due diversamente abili, un secondo tavolo prevede l’assunzione di 31 persone delle quali il 30% diversamente abili e un terzo metterà a disposizione altri 15 posti di lavoro. «Ne dovrebbe partire un quarto al quale saranno chiamati a partecipare imprese e cooperative che possono dare lavoro. Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto: certo ci sono ancora parecchi dipendenti senza la garanzia del lavoro, ma oggi è difficile trovare anche solo un posto di lavoro e averne per ora garantiti oltre 50 è buono. Stiamo lavorando per gli altri», sottolinea Gaudenzi.

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