Capergnanica, è guerra:
dai dimissionari altre
accuse al sindaco
Il comune è commissariato, con ogni probabilità tra meno di sei mesi ci saranno nuove elezioni, ma gli animi a Capergnanica non si sono ancora placati. Il botta e risposta tra i consiglieri che si sono dimessi: quattro di minoranza e tre della maggioranza, e il sindaco con i consiglieri “fedeli” sono ormai all’ordine del giorno. Primo è toccato ai tre consiglieri della Lega Nord, Marcello Piantelli, Gabriele Cerioli e Riccardo Barbaglio replicare al sindaco Giorgio Picco, poi a quelli di minoranza, Alex Severgnini, Barbara Carniti Paola Ciattini e Roberto Nichetti.
LA MINORANZA “CAPERGNANICA AMICA”
Secondo quest’ultimi, il sindaco non avrebbe mai preso in considerazione le proposte dalla minoranza trattandola come “un nemico da combattere” fin da inizio mandato. Una serie di proposte, denunciano i consiglieri di minoranza, che sono sempre state rispedite al mittente. Da quella per risolvere il problema di viabilità in via Aldo Moro, alla richiesta di costruire gli spogliatoi a lotti fino all’invito, al sindaco, in un periodo di crisi a diminuirsi l’indennità. E a proposito di indennità, la minoranza conferma quanto affermato dal segretario della Lega Nord, Cristian Chizzoli in merito al sestuplicamento dello stipendio. Nel conto consuntivo relativo all’anno 2011, che riporta le cifre effettive spese dal comune, il capitolo di spesa relativo alle indennità di carica della giunta riporta una cifra pari a 24.412,51 euro così suddivise: 15.000 per il sindaco, 3.000 per il vice-sindaco, 1.125 per i due assessori lavoratori dipendenti e 2.250 per l’assessore lavoratore autonomo. A queste somme vanno aggiunti gli oneri riflessi che ammontano a 1912,51. Nell’ultimo bilancio della gestione Chizzoli alla stessa voce di bilancio appare la somma di 3.889 comprensiva delle indennità di carica di sindaco, vice-sindaco, assessori e oneri riflessi. Facendo una semplice divisione si evince che il Comune ha sborsato per la giunta Picco 6,3 volte in più di quanto non gli costasse la giunta Chizzoli. E a sostenere questo aumento sarebbe stato secondo la minoranza, l’aumento della Tarsu. Per quanto riguarda i finanziamenti i consiglieri assicurano che prima di dimettersi hanno fatto le necessarie verifiche per far sì che fossero assicurati al comune anche commissariato, specificando di non essere pentiti delle dimissioni.
I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA DIMISSIONARI
Parlano invece di deterioramento dei rapporti tra il sindaco e il suo gruppo i tre consiglieri leghisti dimissionari. Accusano il sindaco di aver deciso tutto da sé senza mai interpellare gli stessi consiglieri del suo gruppo, delegittimando così, dicono, il ruolo del consiglio comunale. Stesse accuse in merito alle indennità e all’aumento della Tarsu. «L’indennità del sindaco ammontava a 200 euro lordi l’indennità lorda del sindaco Picco è stata elevata a 1.250 €. Lasciamo a voi dedurre la percentuale dell’aumento, visto che l’ex-sindaco sembra avere difficoltà nelle operazioni di calcolo», specificano ricordando che l’aumento delle indennità e quello della Tarsu sono arrivate contestualmente. In pratica secondo i consiglieri della Lega Nord a pagare le indennità sarebbero stati i cittadini. Polemica anche per gli spogliatoi che alla fine, con il mutuo acceso dal sindaco, verranno, dicono i leghisti, a costare 800mila euro alla collettività. Infine gli ex consiglieri ricordano al sindaco che “il Consiglio Comunale rappresenta il massimo organo istituzionale di un Comune, perché in esso sono rappresentati tutti i cittadini di una comunità. Un Sindaco – che non è un Podestà – rimane tale finché gode della fiducia della maggioranza del Consiglio stesso. Se questa viene a mancare, il suo mandato si conclude. Una semplice regola di democrazia, sfuggita forse all’ex-sindaco Picco”.
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