Politica

Prima domenica senza Cav.

Prima domenica senza Silvio Berlusconi in sella. Giornata dunque storica. Non accadeva da 18 anni. Da quel 1994 anno in cui il Cav. dopo lo tsunami di Tangentopoli, decise di scendere in campo, creare Forza Italia, vincere le elezioni e diventare premier (per sette mesi, poi cadde per l’uscita della Lega). Ora tutto è diverso, capovolto. La stangata rifilata venerdì dal Tribunale di Milano per frode fiscale e taluni sondaggi oltremodo severi nei confronti suoi e del Popolo della Libertà, hanno spinto Sua Emittenza a fare un passo indietro e meditare il buon ritiro in Kenya, nel resort di Briatore. Ma sarà proprio così?

Meglio non illudersi troppo, dicono i suoi fans. Il Cav è come i gatti, ha sette vite. Epperò questo non è un buon momento, l’aria che tira è brutta. Come “spara” Grillo nel suo blog e nelle piazze (occhio alle urne siciliane).

L’Italia di oggi è ricoperta di macerie, come la Berlino di “Germania anno zero” di Roberto Rossellini. Le macerie sono morali, politiche, industriali, sociali, umane, ambientali. “Sono ovunque, come una metastasi ignorata da troppo tempo”. Mi diceva giorni fa un magistrato: ”Oggi si ruba dappertutto, in cielo, in terra, in mare”. Non c’è Regione che sia tranquilla. Esempio: Mici Vendola, il gatto-comunista governatore della Puglia, rischia 20 mesi di galera perché accusato di aver pilotato un concorso dell’Asl. Ha detto che se lo condannano lascia la Politica. Dopo tutti i proclami che ha fatto sull’etica, ci sembra il minimo. Bersani è attorniato da indagati, da Penati alla segretaria Zoia. Fini ha traballato pure da Santoro balbettando, con vago accento monegasco, “non posso pagare per colpe non mie”. Giusto. Ma il signor  “dove c’è Balilla c’è casa” (vecchia etichetta di Antonio Ricci) resiste impavido. Fini è un osso duro. Farà il taxi della sinistra? Formigoni è al capolinea, la Polverini idem. Bobo Maroni gira nei gazebo leghisti con la ramazza in mano, anche se – per il momento – solo a parole. Casini galleggia nel suo splendido isolazionismo. Due mammasantissima del Pd, Uolter e D’Alema  –  cioè i  i leader indiscussi dopo la caduta di Occhetto –  sono stati spediti a casa da Renzi. Formigoni è stato costretto a mollare. L’Espresso gli ha dedicato la copertina chiamandolo “Mister 700 milioni”. In 17 anni di governo “ha consentito ai suoi amici di accumulare un tesoro, grazie ad un sistema di tangenti, appalti e consulenze”.  Anche Vasco Errani è finito nel tritacarne “accusato di brigare per un finanziamento ad una cooperativa vicino al fratello”.  Cose queste che ci trascinano in quella zona grigia e nebulosa che non vorremmo vedere più. Persino il ras “tedesco” di Bolzano, Luis Durnwalder – un presidente di Provincia che guadagna più di Obama – è nel mirino della Corte dei Conti che indaga sui suoi acquisti privati. Ora che pure l’Alto Adige è nel calderone, l’Italia è davvero unita.

Berlusconi, dicevamo. Il suo gruppo ha collezionato 108 procedimenti in meno di vent’anni, le Procure di tutta Italia hanno ordinato 488 perquisizioni negli uffici Fininverst. Il Cav. dopo 27 processi subiti vuole cedere il passo agli scalpitanti berluscones già schierati sul Piave, allineati e coperti. E’ probabile che piloti dietro le quinte la successione anche se ha promesso di non volere sostenere nessuno. Decideranno le primarie.

Nel frattempo verifichiamo che il rigore non dà frutti e che le nuove tasse non bastano (nel 2013 arriverà pure la tassa europea) mentre la Magna Casta continua ad attovagliarsi senza rossori. Un parlamentare su otto è finito nei guai (90 deputati, 35 senatori). Una bella squadra. Urge un cambiamento radicale. Preoccupano i giovani che avanzano? Tranquilli. Come diceva Benedetto Croce: “Devono soltanto invecchiare”.

Enrico Pirondini

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