Emergenza lavoro,
adotta una famiglia,
l’appello di Comune e Caritas
Crisi, mancanza di lavoro: il Comune si attiva. E lo fa con la collaborazione della Caritas e della Diocesi. L’obiettivo: creare nel Cremasco una rete di solidarietà che coinvolga tutti, cittadini, istituzioni, chiesa per affrontare le emergenze di quelle famiglie che non arrivano a fine mese.
L’idea nata per dare un supporto ai 170 lavoratori della Cooperativa L’Alternativa che sta per chiudere i battenti, si è pi sviluppata in maniera più ampia, dando vita ad una collaborazione con la Caritas diocesana che da tempo, ormai dal 2009, ha attivato un fondo di sostegno per le famiglie in difficoltà.
E lo stesso farà il Comune appellandosi alla solidarietà della cittadinanza. La formula, già sperimentata in altre Diocesi e città è quella di una sorta di Adozioni di vicinanza. Una serie di progetti per il sostegno delle famiglie. Ad illustrare il progetto il sindaco Stefania Bonaldi, l’assessore al Welfare, Maria Beretta, quello al Bilancio, Morena Saltini, insieme al don Francesco Gipponi, responsabile della Caritas.
Due le linee operative studiate per il progetto denominato Restitutio. La prima riguarda l’emergenza. La seconda lo sviluppo.
L’EMERGENZA
Per far fronte all’emergenza dei lavoratori della Cooperativa L’Alternativa e di tutti gli altri in difficoltà il Comune attiverà, già da novembre, un conto corrente sul quale stanzierà 75mila euro, che saranno la base di partenza per affrontare le situazioni di difficoltà per coloro ai quali è venuto meno il reddito da lavoro.Tre le aree specifiche per le quali Comune e Caritas interverranno chiedendo l’aiuto dei cittadini: l’aiuto e il sostegno economico in sé, l’aiuto per l’acquisto di pacchi alimentari e vestiario e quello per le mamme e i figli.
«L’idea – hanno spiegato il sindaco e l’assessore Beretta – è quella di promuovere un’azione d’aiuto che coinvolga tutti, non solo gli enti pubblici. Mettere in campo una serie di azioni che potrebbero far fronte all’emergenza: in pratica si chiede di adottare una famiglia».
A ciò si aggiunge l’intervento già attivo della Caritas. «Noi siamo sul campo dal 2009 con l’ascolto e l’aiuto, ma la Caritas non può sostituire un reddito, non siamo in grado di offrire la vita. Siamo felici che il Comune, partendo dalla Cooperativa L’Alternativa, si sia questa volta reso conto del problema e della crisi».
IL SOSTEGNO
Dopo la fase di emergenza, il prossimo 24 ottobre partirà il confronto tra il Comune, la Provincia di Cremona, titolare delle politiche del lavoro e i sindacati per promuovere, insieme, politiche efficaci.
Il primo progetto è quello di coinvolgere il mondo no profit e profit per cercare di dare continuità alle esperienze de L’Alternativa, trovando un impiego per le persone che resteranno senza lavoro.
«Siamo in trincea – ha aggiunto il primo cittadino – e per questo come comune capofila cercheremo di coinvolgere nel progetto anche i restanti 48 comuni, cercando con loro di promuovere azioni come quelle che già facciamo: cioè affidare servizi e manutenzioni a cooperativi di tipo B, cioè che assumono persone con disagio».
Allo stesso tempo l’amministrazione ha specificato di aver già avviato un dialogo con le categorie economiche.
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