Contro il colpo di mano dell’Ato
i sindaci ricorreranno al Tar
“Sconcerta il voltafaccia di Perri”
foto Francesco Sessa
I sindaci ricorreranno al Tar contro il colpo di mano dell’Ato sui privati nella gestione dell’acqua. I legali interpellati da una trentina di primi cittadini riuniti lunedì sera nella sede del Pd di via Ippocastani hanno dato ampie rassicurazioni sugli spazi esistenti per una azione legale che ripristini il volere evidenziato in modo quasi plebiscitario dai sindaci della provincia di Cremona (103 su 115 Comuni) nell’assemblea del dicembre scorso di mantenere l’acqua pubblica, come già espresso nel referendum nazionale sul tema. La riunione è stata presieduta dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi e da quello di Casalmaggiore Claudio Silla. Entrambi hanno stigmatizzato le modalità con le quali il Cda dell’Ato è pervenuto ad una decisione che contrasto con il volere dei sindaci e della popolazione della nostra provincia. Soprattutto hanno messo in evidenza come solo 24 ore prima della riunione sia stata inserito all’ordine del giorno il punto sull’apertura ai privati della gestione del sistema idrico. Proprio questa modalità è quella che, secondo i legali, può rendere nulla quella riunione.
Come si ricorderà i sindaci della provincia avevano deciso di dare vita alla società unica di gestione dell’acqua unendo le diverse società che gestiscono il comparto idrico nella nostra provincia. Un cammino complesso che stava imboccando la strada giusta. La decisione dell’Ato (3 persone contro il volere di 103 sindaci) rischia di buttare all’aria tutto quanto. Sia il sindaco di Crema che quello di Casalmaggiore chiederanno nei prossimi giorni al sindaco di Cremona Oreste Perri cosa sia improvvisamente successo per far cambiare in poche ore quello che il Comune di Cremona aveva sempre dichiarato, cioè di preferire la società pubblica frutto dell’unione di tutte le società che gestiscono l’acqua in provincia. Il voltafaccia di Perri (che però non si è presentato al Cda dell’Ato mandando però avanti l’assessore Francesco Bordi, anche lui sostenitore dell’acqua pubblica fino a poche settimane fa) ha sconcertato tutti. Tanto è vero che ci sarà battaglia nel prossimo consiglio comunale
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