Salini ha fretta di vendere il patrimonio
Caserme dei carabinieri, provveditorato,
sedi a Crema e a Cremona
Vendere tutto in fretta per restare nel patto di stabilità. E’ questo il nuovo ritornello della Giunta Salini in Provincia, nel momento del riordino territoriale. Una corsa contro il tempo per recuperare 16 milioni di euro entro il 27 dicembre, tanto sarebbe lo sbilancio rispetto ai tetti fissati dal governo. La soluzione che oggi (mercoledì) il presidente Massimiliano Salini porterà in Giunta non sarà quella di una vendita diretta del patrimonio ma la partecipazione ad un fondo gestito da una Sgr, una società di gestione del risparmio che potrà anticipare all’Amministrazione provinciale al più presto parte di quanto conferito in conto vendita.
Per fare questo la Provincia si avvarrà di un advisor, la Ambromobiliare Spa. L’Advisor che avrà un incarico di 39mila euro è stato scelto senza alcuna gara. Al di là dei giri di parole e delle alchimie contabili e finanziarie, resterà però il dato di fatto: Salini venderà tutto quanto ancora rimane alla Provincia e sarà costretto, in futuro, a pagare canoni d’affitto per gli immobili eventualmente utilizzati. In poche parole, pur di restare nel patto di stabilità, la Provincia resterà “in mutande”. Su questa operazione è stranamente silente l’opposizione del Pd. E’ vero, come sostiene Salini, che la stessa operazione è stata portata avanti dal Comune di Torino, ma il capoluogo piemontese si è trovato esposto in seguito alle Olimpiadi invernali, alle manifestazioni del 150° dell’unità d’Italia, a mostre ed altro. Ma cosa ha fatto la Provincia di Cremona? Come ha inciso sul territorio? L’unico intervento davvero oneroso per l’ente è stata la scelta di concludere il cantiere sulla Paullese. Il resto è davvero poca cosa.
Salini e la sua Giunta hanno deciso di mettere tutto sul piatto: l’antico Monastero di Santa Monica-ex caserma Goito (valore 6.443.000 euro), la sede del Provveditorato agli Studi(4.350.000 euro), la Caserma Santa Lucia sede del comando provinciale dei Carabinieri di viale Trento e Trieste (3.312.942 euro con destinazione appartamenti), l’attuale sede della Provincia(21.592.000 euro, con destinazione ad uffici), la Caserma dei Carabinieri di Soncino (case), quella dei carabinieri di Casalmaggiore , la Casa Cantoniera di Soncino. Ed ancora la sede della Provincia di Crema, quella di Casalmaggiore, l’aeroporto del Migliaro, l’area adiacente l’ex Aselli di via Milano, il complesso immobiliare di Borno, quello di Toscolano Maderno, e tanto altro. Sul mercato anche le partecipazione azionarie detenute dalla Provincia (Tirreno-Brennero; Cisa; Autostrade Lombarde, Autostrade Centropadane).
“Il Casalasco registra il tramonto di ogni chance futura – dice Giuseppe Torchio, capolista della Lista Torchio in Provincia- Perde la presenza nella Ti-Bre ferroviaria (galleria di valico Pontremolese e lavori di raddoppio Fornovo-Spezia). Perderà la presenza in Autocisa grazie alla vendita del 90% delle azioni prima che venga realizzato il Ti-Bre autostradale con la gronda di Casalmaggiore-Viadana, le Circonvallazioni di S.Giovanni e Calvatone e l’intervento di compensazione ambientale a Villa Medici del Vascello. Nel complesso per ricavare 700 mila euro si mettono a rischio 30 milioni di investimenti. Inoltre si cede la sede della Compagnia dei Carabinieri di Casalmaggiore (che arriva fino a Stagno e Bonemerse) e la sede della provincia di Casalmaggiore. A questo si aggiunge la cessione della Caserma Santa Lucia, sede del Comando Provinciale dell’Arma. Il tutto per farne del residenziale in una situazione cittadina di 1500 appartamenti sfitti….e in barba a precisi patti e protocolli provinciali per la sicurezza sottoscritti con prefettura e l’allora ministro Maroni”.
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