Controlli antifurti,
dopo inseguimento
albanesi bloccati
Due uomini bloccati dai carabinieri dopo una fuga in auto terminata in un fosso e denunciati per porto abusivo di arnesi atti allo scasso. I carabinieri della radiomobile di Crema, proprio nell’ambito della vigilanza organizzata per prevenire furti sul territorio, hanno intercettato attorno alle 5,30 a Rivolta, lungo la sp4 una Fiat Stilo blu di un pregiudicato di Milano, noto prestanome a cui sono intestate artificiosamente centinaia di veicoli utilizzati da clandestini o delinquenti. Il veicolo, sul quale viaggiavano cinque uomini, non si è fermato all’alt dei militari scappando verso il ponte sull’Adda. A causa dell’alta velocità alla rotonda di Truccazzano, il conducente ha perso il controllo del mezzo, che ha finito la sua corsa in un fossato. Le persone a bordo, illese, hanno cercato quindi di scappare nelle campagne ma due di queste sono state acciuffate dai carabinieri. Si tratta di Mark K. ed Ervin V., entrambi albanesi 30enni.
I complici si sono dileguati (uno di loro pare essere un 21enne di Cassano d’Adda). La perquisizione della Fiat ha permesso di sequestrare numerosi arnesi da scasso assortiti: piede di porco, cacciavite, pinze ma anche guanti, cappellini, cellulari. I due fermati, insieme a quello che sembra aver smarrito un documento durante la fuga, sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crema poiché ritenuti responsabili in concorso con altri due complici sconosciuti di porto abusivo di arnesi atti allo scasso.
La criminalità predatoria che affligge il cremasco, nella stragrande maggioranza dei casi, diverse centinaia trattati dalla Compagnia dei carabinieri competente, ogni anno, pur avendo qualche collegamento sul territorio, normalmente è in transito o proveniente dalle vicine province lombarde. I servizi perlustrativi lungo le principali arterie e ai varchi naturali, rappresentati dai ponti, forniscono il principale dispositivo di dissuasione e a volte una adeguata risposta repressiva. Il controllo e la denuncia è solo l’inizio, un punto di partenza, un elemento obiettivo che consente di aggredire la compagine malavitosa con altre più complesse attività.
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