Cronaca

“Contro i tagli, sciopero della sete”
Sel lancia l’ultimatum a Ablondi
perchè ridia l’acqua ai pazienti

C’è chi non sa ancora, e c’è chi ringrazia Sel per l’iniziativa. Questa mattina fuori dall’Ospedale Maggiore di Crema la protesta di Sinistra ecologia e libertà contro il taglio dell’acqua ai pazienti. Circa 500 le bottegliette pronte da distribuire ai parenti dei degenti, i quali, in buona parte dei casi non sono ancora a conoscenza del provvedimento della direzione generale e ringraziano gli esponenti dell’estrema sinistra non solo di fornire loro acqua, ma anche di averli avvisati.

Sul piede di guerra gli esponenti di Sel, chiedono al direttore generale Luigi Ablondi di fare un passo indietro e di garantire ai pazienti il diritto ad avere l’acqua gratuita quando sono ricoverati. E sono pronti allo sciopero della sete di fronte al nosocomio cittadino.

«Per il direttore generale Ablondi una settimana di tempo per cambiare idea e tagliare altri tipi di spesa. Se in una settimana non avrà fatto un passo indietro farò lo sciopero della sete di fronte all’ospedale», ha spiegato Franco Bordo, che ha fatto eco a Gabriele Piazzoni e Emanuele Coti Zelati.

«E’ un provvedimento da terzo mondo, l’acqua è un diritto e non è accettabile. In ospedale ci sono tanti malati allettati che non hanno la possibilità di andare alle macchinette, e quindi buona parte delle infermiere dovrà svolgere anche questo compito», hanno sottolineato Piazzoni e Coti Zelati.

«Capiamo che la spending review costringa a tagli del 5% sulle forniture, ma le voci di spesa su cui agire sono tante e tante sono lievitate anche a causa di esternalizzazioni volute da questa dirigenza. Ad esempio la fornitura dei pasti costa 50mila euro in più rispetto a quanto costava prima dell’appalto. Deve fare dei tagli più occulati», ha spiegato Franco Bordo.

E poi, dopo la conferenza stampa, via alla distribuzione dell’acqua ai parenti dei pazienti.

Fuori dall’ospedale anche una troupe della Rai, segno che la scelta del direttore generale Luigi Ablondi e le contestazioni stanno facendo il giro d’Italia. Nei giorni scorsi articoli erano apparsi su Repubblica e sui Tg nazionali.

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