Autobus come forni:
viaggio con una temperatura
interna di 35 gradi.
Un forno viaggiante. Così è sembrato l’autobus della linea 34 dal palazzo Eni di San Donato a Crema ieri pomeriggio. La denuncia arriva dai pendolari che grazie alla tecnologia degli smatphone sono riusciti a misurare la temperatura sia esterna che interna al mezzo: risultato fuori c’erano 30 gradi, all’interno ce ne erano 35. Un viaggio del supplizio. Così lo hanno definito i pendolari e in particolar modo Corrado Barbieri, che ha raccontato quanto successo sull’autobus. Il mezzo sarebbe arrivato sul posto già con una temperatura interna elevato e un’aria irrespirabile all’interno, a causa del mancato funzionamento dell’impianto di climatizzazione secondo coloro che stavano sul bus. Invece secondo Barbieri non solo l’aria non usciva dalle bocchette, ma all’arrivo a Crema la temperatura era ancora molto elevata.
«L’autobus emetteva un fastidioso rumore di ventola, tipo frullatore, ma di aria, né fresca né calda, nemmeno l’ombra. Sarebbe stato quindi meglio “spegnere” quel fastidioso inutile ronzio ed aprire le botole al tetto, almeno ci sarebbe stato un ricircolo dell’aria. Questi “mezzi di ultima generazione”, come definiti da Addatrasporti, non hanno finestrini apribili. I grandi vetri sigillati funzionano da serra, e il sole che li attraversa riscaldano l’interno in modo inverosimile. I 30°C esterni di ieri e cinquanta persone a bordo che respirano, hanno reso l’interno dell’abitacolo una camera a gas. E alla mia richiesta all’autista di aprire le botole, almeno per far circolare l’aria mi è stato risposto che non era possibile perché altrimenti il climatizzatore non sarebbe funzionato».
Per questo i pendolari chiedono che prima che arrivi l’inverno vengano controllati tutti gli autobus per garantire almeno un minimo di qualità dell’aria.
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