Cronaca

Provincia del Po, sindaci scettici:
i servizi vicini al Cremasco,
altrimenti meglio Bergamo

Cremona-Lodi-Mantova: ma cosa ne pensano i sindaci di questa proposta? L’altro giorno era stato il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi a chiedere un consiglio comunale aperto per discutere con i cittadini e le categorie economiche del futuro riordino delle province, viste le perplessità del Cremasco ad aggregarsi con la provincia di Mantova, troppo distante dal territorio. Poi era intervenuta la Libera Associazione Artigiani che allo stesso modo aveva espresso preoccupazione per una aggregazione così ampia dove il Cremasco sarebbe stato distante dai centri decisionali. Ieri il presidente della Provincia, Massimiliano Salini ha inviato al Cal e all’Upl la sua proposta di aggregazione tra i tre territorio. Ma cosa ne pensano i sindaci cremaschi?

CIRCONDARI E SERVIZI VICINO AL CREMASCO, ALTRIMENTI SI VA CON BERGAMO

“Il problema non è Mantova, Lodi o Cremona, il probelma sta nel fatto che, in territori così ampi, i comuni devono entrare a far parte di circondari che abbiano poteri decisionali e risorse da investire. In caso contrario i comuni di confine non conteranno più nulla. In questo senso stava la mia propostA, provocatoria, di andare con Bergamo. Lo so che la cosa sarebbe lunga, ma i comuni della bassa vicini a Bre.be.mi devono avere la possibilità di contrare, di lavorare, di avere una  programmazione altrimenti sarenno persi”. Questo il pensiero del sindaco di Capralba, Pierlugi Lanzeni il cui comune sorge a confine con la Bassa Bergamasca. Opinione simile per il sindaco di Vailate, Pierangelo Cofferati: “Io mi sono già espresso per una aggregazione Cremona-Lodi. Ora l’integrazione di Mantova mi vede un po’ perplesso: se il baricentro dei servizi venisse spostato verso il Cremasco o Lodi andrebbe bene, altrimenti ci fosse un ulteriore sbilanciamento verso il Sud, questo pernalizzerebbe territori di confine come Vailate, che a questo punto potrebbero pensare ad una unione con Bergamo, anche se l’iter è lungo. I servizi e gli uffici devono essere collacati al centro della Provincia oppure a Lodi che dista da noi 21 chilometri: se finissero a Mantova o nel casalasco, allora sarebbe problematico per i cittadini. A questo punto a Vailate converrebbe andare con Bergamo”.

Più critico di fronte alla decisione del presidente Salini di inviare una relazione nella quale si propono l’unicone dei tre territori, il sindaco di Ricengo, Feruccio Romanenghi: “Io non ho partecipato alle riunioni con il presidente per altri impergni, ma non capisco:iIo sarei favorevole a Lodi piuttosto  di andare fino a Mantova. Addirittura preferire, se possibile, un’unione Cremasco-Lodi. Ma sinceramente mi chiedo: che senso aveva convocare i sindaci, se poi, dopo due giorni si mandano le indicazione che sembra già decise da tempo? Se già sapervano che avrebbero scelto un’unione con Lodi e Mantova, perchè ci hanno convocato?”.

IMPORTANTI LE ECONOMIE DI SCALA

Non contrario all’aggragazione con Mantova il sindaco di Pandino, Donato Dolini: “Quello proposto dal presidente Salini non mi sembra una novità. Premesso che l’operazione prevista dal governo la trovo di basso profilo, ritengo che sia necessaria una revisione delle autonomie locali, ma però non fatte in questo modo improvvisato e superficiale. Allargare poi la provincia non solo a Lodi, ma anche a Mantova, poco importa, l’importante è che ci siano della economie di scala da mettere in campo e che i confini attuali vengano mantenuti”.

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