Crisi, l’Alternativa a rischio chiusura,
la cooperativa sociale occupa
oltre 150 persone
Nella foto, di repertorio, donne al lavoro
La crisi si abbatte anche sulle cooperative sociali. E a farne le spese sono i dipendenti della cooperativa Alternativa, con sede a Santa Maria, che rischia tra un mese di chiudere i battenti. La cooperativa che occupa oltre 150 persone, e della quale è responsabile Luciano Ricci, fa sapere di non navigare in buone acque e di trovarsi nell’ultimo periodo in serie difficoltà economiche. A lanciare l’allarme interpellando via Facebook il sindaco Stefania Bonaldi, sono i dipendenti, e in particolare un dipendente che teme di perdere, al pari degli altri colleghi, dei quali una sessantina sono disabili, il posto di lavoro entro un mese. La cooperativa che si occupa di inserimento lavorativo soprattutto per persone in difficoltà le quali vengono indirizzate verso il settore della cosmesi, potrebbe a breve non riuscire più a garantire il suo operato, o per lo meno il mantenimento in toto di tutti i lavoratori che sono alle sue dipendenze. «Tra circa un mese ci saranno altre 70 persone senza lavoro», scrive uno dei dipendenti al sindaco, chiedendo se è a conoscenza della situazione e chiedendo una mano per cercare di salvare la realtà. «Dopo l’Anffas siamo quelli che hanno dato più possibilità di lavoro, di socialità, di aggregazione ai ragazzi con problemi fisici, mentali, di alcool, di droga, ragazze madri. Questo, cara Stefania, non è solo uno sfogo ma è anche una richiesta d’aiuto, per quello che rientra nelle tue possibilità, perchè trovarmi a 53 anni senza lavoro, vuol dire trovarmi la vita sconvolta», spiega. Celere la risposta del sindaco che, dalla località dove si trova in villeggiatura, invita il dipendente per un colloquio la prossima settimana. Il sindaco a conoscenza della situazione da qualche giorno spiega: «L’Alternativa é una realtà che ha offerto un valido supporto anche al Comune di Crema per l’inserimento di persone svantaggiate, dobbiamo per forza cercare di fare tutto ciò che é nelle nostre possibilità, come ente pubblico, per trovare soluzioni, ma anche per comprendere le ragioni che hanno condotto a questa situazione». Della questione si sta già interessando Luciano Capetti, presidente di Comunità sociale cremasca: «Sono venuto a conoscenza della situazione qualche giorno fa: so che non navigano un belle acque, ma spero riescano a salvaguardare almeno il 50% dei dipendenti. Si tratta di un dramma sociale, che speriamo di riuscire ad arginare. «Per quanto mi riguarda vedremo di dare una mano per andare incontro alle difficoltà di questa cooperativa che garantisce lavoro a famiglie monoreddito o persone con entrate molto basse. Ci auguriamo che si possa assieme trovare una risposta per mantenere attiva una realtà che negli anni ha dato una buona risposta occupazionale. Si tratta di un grave problema sociale che speriamo di poter arginare. C’è un mese di tempo per verificare il da farsi con la cooperativa e il sindacato», commenta il presidente di Comunità sociale cremasca.
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