Giudici di Pace, a Crema sono salvi
Il Ministero pagherà il servizio
Giudici di Pace, a Crema sono salvi. E al comune di Crema non costeranno nulla. In pratica la normativa prevede il mantenimento dei giudici di pace in quei comuni che erano sede di tribunale, e non caso della Provincia di Cremona, quelli di Crema e del capoluogo. Soppressi, invece, Soresina e Casalmaggiore. In un primo momento era sembrato che oltre al tribunale la città dovesse perdere anche i giudici di pace in quanto non in possesso delle risorse necessarie per mantenerli aperti. Invece, non toccherà al comune, ma sarà ancora il ministero a mantenere la struttura necessaria a far funzionare il servizio. A spiegarlo il presidente del consiglio comunale, Matteo Piloni e la senatrice Cinzia Fontana.
«Il decreto relativo ai giudici di pace non è lo stesso dei tribunali, e ha stabilito che il servizio resterà nelle città che al momento dell’emanazione della legge erano sede di tribunale, indipendentemente dal fatto che il tribunale restasse o meno. Differente – prosegue Fontana – per quei comuni dove non esisteva il tribunale: in quel caso c’è la possibilità di mantenerli, ma a carico dell’amministrazione stessa».
Mentre per quanto riguarda il tribunale, continua la polemica tutta interna al Pd. A rispondere alle affermazioni di Luciano Pizzetti, questa volta è il capogruppo in consiglio comunale a Crema, Gianluca Giossi.
«Seppur condividendo alcune riflessioni di carattere più ampio, e che certamente aveva molto più senso ragionare sui servizi dopo la realizzazione delle nuove province, non condivido invece le ragioni che lo hanno portato a ritenere l’accorpamento del tribunale di Crema a Treviglio una questione di micro interesse di una piccola comunità. Altrimenti si sarebbe difeso il tribunale di Crema tout-court. E non le condivido non certo per ragioni di “campanilismo” o micro interesse, ma per alcune questioni di merito contenute in quella delibera assunta all’unanimità dal consiglio di Crema».
Questioni che andrebbero nella direzione della legge delega che di fatto chiude il tribunale di Crema. «Il plesso che ospita il nostro Tribunale è funzionale, raddoppiabile negli spazi degli uffici interni dei Magistrati senza interventi strutturali e servito di ampio parcheggio e quindi senza costi aggiuntivi. L’eventuale rafforzamento del nostro Tribunale con l’accorpamento del territorio di Treviglio, andrebbe ad alleviare il carico del tribunale di Bergamo, sgravando un tribunale non “metropolitano” ma comunque oberato di lavoro. L’operazione consentirebbe anche di avere un tribunale sub metropolitano introno all’area dell’Adda in possesso delle caratteristiche minime individuate dalla relazione ministeriale per ciascun presidio. Il Palazzo di Giustizia di Cremona non è logisticamente disponibile ad accogliere anche l’indotto derivate dall’accorpamento con Crema, come comunicato dal presidente del Tribunale di Cremona: ciò potrebbe significare costi aggiuntivi. Per tali ragioni siamo convinti e riteniamo che il tribunale di Crema debba continuare ad esistere e ad operare per il nostro territorio nel nostro territorio. E soprattutto – incalza Giossi – riteniamo giusta e di buon senso la proposta formulata al Governo dal consiglio comunale di Crema e da altri comuni. Siamo ben consci della situazione difficile in cui versa il nostro Paese e siamo altresì convinti che quanto proponiamo non va nella direzione opposta di quanto sostenuto dal nostro Governo. Questione di punti vista? Forse. Di certo la salvaguardia del tribunale di Crema non può equivalere ad annullare l’intera riforma, come forzatamente sostenuto dal deputato Pizzetti».
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