Tribunale, disaccordo nel Pd
Pizzetti insiste:
«Così com’è, non va salvato»
Luciano Pizzetti non ci sta a finire sul banco degli imputati come il responsabile della eventuale chiusura del tribunale di Crema e ancora una volta, dopo le accuse da parte dell’onorevole leghista. Alberto Torazzi, e il dito puntato dell’ex coordiantore cremasco del Pd, Matteo Piloni, l’onorevole cremonese ribadisce le sue ragioni. Ragioni che lo spingono a pensare che la chiusura del presidio cremasco non sia proprio un dramma e soprattutto non leda i diritti dei cittadini.
ASSURDA GESTIONE IN CHIAVE TERRITORIALE
L’onorevole Pizzetti ricorda il periodo difficile in cui versa il Paese: un periodo in cui si fatica a trovare risorse per i cosiddetti esodati e dove si è costretti a approvare provvedimenti di contenimento della spesa spesso tremendi nell’impatto sociale. «Questi sono i problemi che interessano anche i cittadini della nostra attuale provincia, anche quelli cremaschi. La chiusura del Tribunale a Crema è un problema secondario perché non intacca nessun diritto, al massimo genera qualche scomodità che può essere alleviata da un uso intenso e appropriato delle moderne tecnologie. È per altro assurdo averlo gestito in una chiave solo territoriale e in un’anacronistica contrapposizione con Cremona». Una gestione dei micro interessi che secondo il deputato del Pd sono parte di quella mala politica che per oltre cent’anni ha impedito una riforma della giustizia. «Purtroppo una pessima politica che difendeva i micro interessi territoriali ha sempre impedito di procedere. Ha tentato anche questa volta ma la grave situazione del Paese non lo consente più», specifica.
CHI HA VOTATO NELLE COMMISSIONI GIUSTIZIA
Pizzetti per ripristinare la verità e non essere l’unico accusato, specifica chi ha deciso, sia in commissione Giustizia alla Camera che al Senato di dare o meno il via libera al mantenimento del tribunale di Crema: «Le Commissioni Giustizia di Camera e Senato dovevano esprimere pareri, peraltro non vincolanti. Il parere espresso dalla Commissione Giustizia del Senato, comprendente anche la “deroga” per Crema, è stato votato da PdL e Lega, il gruppo PD si è astenuto. Il parere della Commissione Giustizia della Camera , non comprendente tale “deroga”, è stato votato da PdL, PD, UDC, FLI, mentre Lega e IdV si sono astenuti. Questo per ripristino della semplice verità». E ricorda anche all’onorevolo Torazzi che la riforma portata avanti dal ministro Paola Severino rispetta i criteri stabiliti dal precedente Governo nel quale il leghista cremasco sedeva in maggioranza. E allora, si chiede Pizzetti, «dov’era Torazzi, dormiva?».
DA TREVIGLIO NO ALL’ACCORPAMENTO CON CREMA
L’onorevole del Pd ricorda ancora una volta come sia tutti i soggetti appartenenti alla Magistratura sia i trevigliesi si siano espressi in maniera negativa sia per quanto riguarda l’ipotesi di mantenimento del tribunale di Crema, sia per quanto riguarda l’accorpamento tra la realtà bergamasca e quelle cremasca. Una battaglia quindi portata avanti in solitaria da Crema. «Non è più tempo, la buona politica deve tener conto delle competenze. In più i bergamaschi e i trevigliesi non hanno mai mostrato serio interesse all’accorpamento con Crema, un’ipotesi fantasiosa mai realmente esistita, tant’è che nessun atto è sta prodotto in tal senso. Per di più proprio nel luglio di un anno fa un documento dell’Ordine forense cremasco denunciava il rischio paralisi del Tribunale per carenza di personale, situazione comune a tanti tribunali».
NEL TRIBUNALE LA SEDE DEL COMMISSARIATO
E ancora una volta Pizzetti si mette a disposizione per un impegno personale col Governo perchè si ottenga la possibilità di usare la sede del tribunale come commissariato. Idee a quanto pare proposta, ma poi smentita, da sindaco Stefania Bonaldi.
«NON CAMBIO IDEA»
In definitiva l’onorevole del Pd ribadisce che non ha intenzione di cambiare idea e di sostenere il mantenimento del tribunale di Crema: «Vedremo cosa deciderà concretamente il Governo. Questa resta la mia opinione, con l’aggiunta che farei fatica a sostenere un Governo che nel mentre riduce la spesa sociale rinuncia a ridurre quella organizzativa. La buona politica non va predicata agli altri ma rivendicata come pratica quotidiana».
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