Cronaca

Martedì i sindaci cremaschi in Comune
per parlare di Provincia e Tribunale
La Bonaldi invita i colleghi

Si terrà martedì alle 17, presso la Sala Consiliare del comune di Crema, l’incontro dei sindaci del Cremasco, convocato dal primo cittadino di Crema, per ragionare su quanto sta succedendo a seguito dei provvedimenti governativi, tendenti alla riorganizzazione dell’architettura istituzionale dello stato e, nello specifico, delle conseguenze derivanti dalla perdita dell’autonomia della provincia di Cremona.

IL RUOLO GUIDA DI CREMA

Stefania Bonaldi, che già negli scorsi giorni aveva incontrato il sindaco di Lodi e che intende riportare la città ad assumere il ruolo di guida e rappresentare delle istanze di tutto il Cremasco, ha provveduto oggi ad inviare la lettera di convocazione ai colleghi del territorio cremasco, per informarli sugli sviluppi delle ipotesi di accorpamento delle province, in considerazione del fatto che, la Provincia di Cremona, non risponde ai requisiti richiesti per conservare l’autonomia.

COINVOLGERE I TERRITORI

Il Sindaco, sottolineando come il percorso individuato dal Decreto 95/2012, non preveda un vero confronto con i territori interessati, ritiene “importante per i sindaci cremaschi, avere modo di confrontarsi e riflettere in merito a questa riforma, al fine di non subire ogni processo di razionalizzazione, ma di riuscire in qualche misura a rendere i nostri territori protagonisti di questi percorsi”.
A tal proposito, la Bonaldi richiama anche i recenti contatti con i sindaci di Lodi e Treviglio “esclusivamente per creare contatti con realtà limitrofe ai nostri territori, realtà con le quali ritengo opportuno intessere momenti di relazione e di confronto”.
Il sindaco, con riferimento alla ridefinizione della geografia delle province e di quella giudiziaria, con l’argomento Tribunale di stretta attualità, ritiene utile interrogarsi in questo particolare momento: “Ritengo non vi siano dogmi di sorta, ma che realisticamente i territori debbano interrogarsi, su quali siano le migliori condizioni di salvaguardia del proprio tessuto sociale, culturale ed economico – commenta la Bonaldi – alla luce delle evoluzioni dettate dalla normativa”.

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