Tribunale, provincia, giudici di pace,
con la Spending review
periodo difficile per Crema
Tribunale, provincia, giudici di pace: sembra che il momento nero per la città non debba mai finire. Se prima il problema era legato alla mancanza di risorse per programmare anche gli interventi più elementari, problema che certo non è risolto, ora a pendere come una spada di Damocle sulla testa del sindaco Stefania Bonaldi sono questioni molto più grandi che rischiano di assorbire le energie degli amministratori senza che si riesca ad arrivare a delle soluzioni.
La Spending Review del governo Monti si è abbattuta come una bufera sulla città di Crema, impoverendo man mano il territorio che sta perdendo il tribunale caduto sotto i colpi del ministro Paola Severino. Tribunale del quale si discuterà domani sera in consiglio comunale quando sarà portato in votazione l’ordine del giorno da inviare alle commissioni Giustizia di Camera e Senato per chiedere che la sede distaccata di Treviglio venga annessa a Crema.
Il momento difficile per l’economia di tutto il Paese non ha quindi risparmiato la città che vede in bilico anche la permanenza del giudice di pace, e soprattutto un ruolo all’interno di una nuova provincia. Tra Cremona che potrebbe unirsi a Piacenza o Mantova, Crema resta in bilico troppo distante dai due centri e troppo debole per restare sola. La strada di un unione con Lodi sembra essere quella giusta, anche se al tentativo del sindaco Bonaldi di iniziare un dialogo con il collega lodigiano Lorenzo Guerini sono fioccate una serie di critiche prima dal Pdl, poi da Sel, che parla di mancanza di strategia comune che coinvolga tutti i soggetti per evitare che il nostro territorio subisca le “fameliche attenzioni di territori a noi attigui che guardano alla nostra realtà come un bacino di popolazione utile solo a salvaguardare le loro prerogative, i loro servizi a discapito dei nostri. Nel mantenimento o meno dell’attuale Provincia, Crema e il Cremasco, i suoi sindaci, i partiti, le forze sociali ed economiche, i suoi rappresentanti in Regione e in Parlamento devono essere uniti in un coordinamento di idee e azioni, una sorta di comitato che dia forza alle nostre ragioni: se non avremo a breve una strategia chiara e ampiamente condivisa, diventeremo facile terra di conquista. E la mancanza di questa strategia potrà avere ulteriori ricadute negative sul lavoro, sul nostro tessuto economico e produttivo, già sottoposto a pesanti ridimensionamenti”.
Una strategia, quindi, che andrebbe adottata in una prospettiva per il futuro per dare una possibilità di crescita a tutto il territorio. Anche perché come specificato dallo stesso sindaco, e ribadito da Franco Bordo, alla battaglia per mantenere il tribunale potrebbe a breve aggiugersi qualle per mantenere il commissariato, e poi ancora l’agenzia delle entrate, le sedi di Inps e Inal, l’autonomia dell’ospedale maggiore e i vari servizi sanitari.
Una situazione non semplice nella quale arrivano delle proposte come quella di convocare “Gli stati generali del Cremasco”, già convocati in altre occasioni, che però si sono rivelati poco utili, oppure partecipare in massa il prossimo martedì con tutti i sindaci del territorio alla manifestazione contro la Spending review, promuovendola proprio di fronte al tribunale di Crema.
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