Cronaca

Rete Scuole Crema soddisfatta
per lo stop alla chiamata diretta
e agli accorpamenti degli Istituti

Dimensionamento e chiamata diretta: due argomenti che hanno impegnato molto nel corso di questi mesi Rete Scuole Crema, che ieri ha convocato una conferenza stampa, per commentare due importanti pronunciamenti di Corte Costituzionale e Governo, che nella scorsa settimana, si sono espressi nella direzione auspicata dall’associazione cremasca, che da anni si batte in difesa della scuola pubblica.

IL DIMENSIONAMENTO

Bocciatura da parte della Corte Costituzionale per la norma varata dal Governo Berlusconi sul dimensionamento scolastico, che ha accolto il ricorso di sette Regioni e giudicato illegittimo il comma inerente alla dimensione minima di mille alunni per i nuovi Istituti Comprensivi, in quanto i nuovi parametri, avrebbero dovuto essere concertati con le Regioni.

LA CHIAMATA DIRETTA

Stop anche per il provvedimento riguardante la cosiddetta chiamata diretta da parte dei Dirigenti Scolastici, meglio noto come legge regionale Formigoni-Aprea: in questo caso, il Consiglio dei Ministri ha deciso l’impugnazione di fronte alla Corte Costituzionale, in quanto il provvedimento votato lo scorso aprile dal Consiglio regionale, potrebbe contenere profili di illegittimità costituzionale.

LE MILLE FIRME CONSEGNATE IN REGIONE

Alla conferenza hanno preso parte Enrico Fantoni, Victoria Tarenzi, Emanuela Guerci, Massimo Lori, Pasquale Marino e Claudio Patrini, i quali hanno voluto riunirsi, per comunicare la soddisfazione dell’associazione, per questi due importanti risultati.
Prima di entrare nel merito degli argomenti, Enrico Fantoni ha voluto ringraziare tutti i dcenti che hanno collaborato nelle varie attività, ed in particolare i precari, che si sono avvicinati all’associazione, quindi ha introdotto l’oggetto dell’incontro.
“Le verticalizzazioni, che hanno visto impegnata Rete Scuole con incontri e volantini e la citata legge regionale sulla chiamata diretta, che oltre alla collaborazione con l’associazione milanese NonUnodiMeno – ha detto Fantoni – ha visto la raccolta nelle scuole del Cremasco, di più di mille firme consegnate in Regione lo scorso aprile”.
Fantoni ha sottolineato come alla base dei provvedimenti che dovevano accorpare le dirigenze di scuole elementari e scuole medie in Istituti Comprensivi, non c’era una vera progettualità didattica, ma semplicemente la volontà di procedere a riduzione delle direzioni, quindi riduzioni di costi per l’amministrazione e cita al riguardo il “modello Offanengo, con oltre 1700 alunni”.

PATRINI: “RIDISCUTERE TUTTO COINVOLGENDO LE SCUOLE”

Per Claudio Patrini, sull’argomento verticalizzazioni: “Nessuno ha le idee molto chiare, ma è facile che gli accorpamenti già in atto andranno avanti, anche se ci sono già docenti che in virtù di questi provvedimenti hanno perso il posto, o che hanno chiesto il trasferimento, perché c’era in previsione la perdita del posto”.
Quanto al territorio Cremasco, Patrini riferisce dei contatti già avuti con l’amministrazione comunale di Crema, affinché si possa “aprire un tavolo e ridiscutere tutto, con una metodologia diversa rispetto a quella proposta dall’assessore Orini, non un piano già scritto e poi presentato a Scuole e Comuni, ma coinvolgere Collegi e Consigli d’Istituto – aggiunge Patrini – che già si sono espressi contro gli accorpamenti”.
Infine, Patrini invoca chiarezza e cita anche la presa di posizione del consigliere regionale del PD Agostino Alloni, che sulla questione si era rivolto al presidente Formigoni, per denunciare che a fronte dei 24 accorpamenti richiesti in Lombardia, la giunta regionale ne chiedeva invece oltre 60.

TROPPI ALUNNI PER CLASSE

“Quotidianamente il ministero calpesta la legge – denuncia Patrini – con le classi pollaio, che vanno contro le normative sulla sicurezza. I Vigili del Fuoco – commenta Patrini – se visitassero le nostre scuole, ne chiuderebbero gran parte”.

ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Altro tema che interessa Rete Scuole Crema e ancora di più le famiglie dei ragazzi diversamente abili, riguarda l’inserimento di questi alunni nelle varie classi che, in virtù della necessità di contenimento dei costi propone casi limite, come quelli citati nello studio fatto dalla stessa associazione lo scorso anno, e che potrebbero ripetersi il prossimo mese di settembre, con classi al cui interno, ci sono sei alunni diversamente abili, senza un’adeguata copertura didattica da parte del docente di sostegno, come già accaduto quest’anno in Istituti Professionali cittadini o del Cremasco.

Ilario Grazioso

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