Cronaca

La Provincia di Cremona andrà con Lodi
ma Salini tira dritto:
vende il patrimonio immobiliare
per farsi la nuova sede a Santa Monica

foto Francesco Sessa

Le province verranno ridotte e Cremona sarà verosimilmente accorpata con Lodi. E cosa fa l’Amministrazione Salini, proprio per un disegno strano ed opposto alla logica? Decide di vendere il proprio patrimonio ( le sedi di Crema e Casalmaggiore, il palazzo del Genio Civile, magari l’aeroporto del Migliaro se non andrà a buon fine la gara di affitto) e magari le stesse partecipazioni in società che esercitano servizi primari nel settore idrico e in altri ambiti pubblici (compresa la partecipazione autostradale) e farsi una nuova sede della Provincia per costo complessivo di diciotto milioni di euro. Proprio come sta già facendo Lodi che ha recuperato un antico convento domenicano per farne la nuova sede provinciale. Così avremo due sedi, due conventi antichi per una sola Provincia.
Nel 2014 non si andrà più neppure al voto perchè, come deciso il 6 aprile scorso dal Consiglio dei ministri con un disegno di legge, viene confermata la trasformazione delle Province in enti di secondo livello e vengono dettate le regole per il nuovo sistema elettorale. Presidenti e consigli provinciali saranno eletti con metodo proporzionale – senza soglie di sbarramento e premi di maggioranza – dai sindaci e dai consiglieri comunali. Poi Monti dovrebbe inserire nel decreto sulla spending review il capitolo Province. Con il sottotitolo, ovviamente, non più “soppressione” ma “accorpamento” che dovrebbe avvenire tenendo conto di tre parametri: la popolazione (con l’asticella fissata a quota 400mila abitanti), la superficie, e il numero di Comuni. In questo modo, a seconda dei casi, le Province dovrebbero scendere di  30 unità, cioè passare da 107  a 77. Ma bisogna fare in fretta perché se il nuovo Codice degli enti locali non sarà approvato entro il 31 dicembre 2012, le province perderanno, come prevede la manovra di Monti, tutte le competenze amministrative che andranno trasferite ai Comuni e alle Regioni. Che il fattore temporale non sia secondario lo dimostra il caso delle 9 amministrazioni, in scadenza di mandato, che a maggio non sono andate al voto e sono state commissariate, come stabilisce il “Salva Italia”.
In tutto questo quadro la Giunta Salini decide di accelerare, vendendo quanto possiede per farsi la propria sede prestigiosa, un autentico spreco in un momento di crisi profonda e soprattutto di completa revisione dei criteri amministrativi. L’ultimo atto è la delibera di Giunta provinciale del 29 maggio, vale a dire venti giorni fa: “Monastero di Santa Monica. Primo lotto. Stralcio (ala chiostro), progetto esecutivo”. Quindi via libera ai lavori per realizzare gli uffici della Provincia nell’ex convento di Santa Monica. L’intervento sarà in tre stralci. Il primo è quello sul chiostro (un milione centomila euro), il secondo opere complementari al primo stralcio, il terzo sulla cosiddetta casa del Maresciallo.

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