Politica

Commissione di Garanzia
volano gli stracci
in casa Pdl

Volano i coltelli in casa  Pdl. Questa volta ad essere sul banco degli imputati è il candidato sindaco Antonio Agazzi, tra i primi, dopo la sconfitta elettorale a puntare il dito contro il partito che non va. Oggetto del contendere: la presidenza della commissione di Garanzia che rimane vacante a causa del disaccordo tra le componenti di minoranza. Ma se era pur lecito che il Movimento 5 Stelle presentasse un suo candidato, individuato in Alessandro Boldi, meno logico è il fatto che questo trovasse l’appoggio di Antonio Agazzi e della lista civica Agazzi Sindaco, a discapito del candidato presentato dal Pdl, Laura Zanibelli.

A non digerire l’atteggiamento di Agazzi è Renato Ancorotti, consigliere del Pdl, candidato e sconfitto proprio da Agazzi alle primarie del partito. Ancorotti, indicato in prima battuta dal Pdl come papabile presidente della commissione di Garanzia, aveva fatto un passo indietro in favore di Laura Zanibelli, proprio perché il suo nome non era gradito ad Agazzi. Ora a fronte della rottura, insanabile, con l’appoggio di Agazzi a Boldi, Ancorotti non sta più zitto e si chiede cosa voglia veramente fare Antonio Agazzi.

«Il Pdl mi aveva chiesto di candidarmi ed avevo accettato, la mia candidatura non piaceva ad Agazzi allora ho fatto un passo indietro, in favore di Zanibelli. Mi aspettavo che lui approvasse questa scelta e invece no, ha appoggiato il candidato del Movimento 5 Stelle. Ora sarà la maggioranza a decidere il presidente visto che in ogni caso il Movimento 5 Stelle non ritirerà il suo candidato».

La questione che Agazzi sia stato candidato anche del Pdl, sia tesserato al Pdl, sia consigliere provinciale in quota Pdl, e non abbia sostenuto il candidato del suo partito non è proprio piaciuta.

«Qui c’è un problema di appartenenza. Perché va bene non volere una persona specifica, ma quando quella fa un passo indietro, se appartengo al Pdl io voto il candidato del mio partito non un altro come ha fatto Agazzi, soprattutto in una commissione come questa dove serve una persona che conosca le realtà delle Partecipate, i bilanci delle società. Io ritengo che sarei stato il candidato giusto, ho fatto un passo indietro e non va bene che lui non voti un’altra volta chi è proposto dal suo partito», incalza Ancorotti.

A questo punto c’è chi si se veramente Agazzi faccia opposizione alla maggioranza oppure miri a farla interna al suo stesso partito di appartenenza.

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