Allarme sopravvivenza per il CRE
rischio di chiusura entro il 2013
Zambelli: “Risorsa da salvare”
“La sopravvivenza non basta, vogliamo garantire stabilità”. Il Consiglio d’Amministrazione del Centro di Riabilitazione Equestre lancia nuovamente l’allarme per il futuro incerto dell’Onlus cremasca, che rischia nuovamente di scomparire.
LA CONVENZIONE TRA ERSAF E CRE
Il centro di ippoterapia esiste dal 1981: ad oggi conta 4 operatori, 20 volontari e 95 utenti provenienti da diverse zone del territorio, oltre a rappresentare uno dei maggiori punti di riferimento per l’ippoterapia di tutta la Regione, uno dei migliori nel nord Italia. Ad oggi la presenza del Centro di Riabilitazione Equestre è stata garantita dalla convenzione stipulata con l’Ersaf nel giugno del 2004, ogni tre anni tacitamente rinnovata, con l’accordo che in caso di recesso la comunicazione sarebbe dovuta giungere con 90 giorni di preavviso. Quel momento è arrivato: con la sospensione dell’attività l’Ersaf ha comunicato a tempo debito che a partire dal 2013 avrebbe abbandonato la struttura, da tempo tornata sotto la disponibilità della Regione.
LA PAROLA A REGIONE E COMUNE
Ora la palla passa alle istituzioni, già contattate nei mesi scorsi dal presidente del centro di ippoterapia: “Pareva che la vita del Cre fosse al sicuro, come pareva che fosse un atto dovuto l’intervento dell’Istituto Spallanzani al posto dell Ersaf” commenta Zambelli. La mancanza di accordi effettivi ha destato la preoccupazione di responsabili e operatori, dal momento che la convenzione stipulata per la gestione delle strutture scadrà a giugno di quest’anno. Due le ipotesi fornite dal direttore generale dell’Agricoltura di Regione Lombardia Paolo Baccolo: la completa chiusura della struttura da parte della Regione o la suddivisione del complesso in due parti. Nel secondo caso, quello auspicato, la parte riguardante i cavalli e comprendente campi e strutture utilizzate per l’attività di ippoterapia potrebbero rimanere al Cre con l’affiancamento dello Spallanzani, mentre l’altra parte rimarrebbe di responsabilità comunale. Il presidente Cre afferma di aver già preso contatti con l’attuale amministrazione comunale da cui attende al più presto risposte sul destino della struttura, che presenta costi di gestione e manutenzione insostenibili per il centro ippoterapico.
MANUTENZIONE, SOPRAVVIVENZA E FUTURO DEL CRE
“Il nostro bilancio annuale è di circa 80 mila euro, che bastano appena a finanziare l’attività di terapia svolta dal nostro personale – spiega Zambelli – solo il 25 per cento dei fondi dipendono dalle iscrizioni, il resto sono raccolti attraverso l’attività dei club di servizio o iniziative come la lotteria, è chiaro che il sostegno delle istituzioni è indispensabile”. La manutenzione dell’area cavalli, che in una struttura datata necessita di un’adeguata riqualificazione, non dovrebbe superare il costo stimato di 1 milione e 200 mila euro. Per reperire fondi è stata avanzata anche l’ipotesi di ricevere finanziamenti attraverso progetti proposti dall’Assessorato Regionale alla Famiglia, una soluzione che comunque non risolve il problema di stabilità che il Cre si trova a fronteggiare nuovamente. “Vogliamo rimanere qui , perché qui c’è la nostra sede – dichiara Zambelli – Spostarci altrove e creare una nuova struttura dove insediare il centro è impensabile oltre che oneroso, e sarebbe un grande disagio per volontari, collaboratori e utenti del nostro centro, porterebbe alla sospensione dell’attività”.
Lidia Gallanti
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