I terremotati più forti
dei tagli del governo
Caro direttore,
in queste ore di paura e dolore per il terremoto in Emilia, permettimi una testimonianza sui bassaioli di Ferrara e Modena così duramente colpiti.
Io li conosco bene. Almeno dal 1989, da quando cioè la Mondadori mi ha spedito da quelle parti a fondare un quotidiano (la Nuova Ferrara) che poi ho diretto per una decina di anni prima di approdare a Cremona. Li conosco bene e li stimo.E’ gente operosa, creativa, che sa lavorare e sa anche trovare il tempo per divertirsi. In tutti – dico tutti – c’è un forte senso della solidarietà. Voglio dire:non hanno bisogno di spot per tendere la mano al prossimo, aiutarsi, difendersi l’un l’altro. Vedrai che ce la faranno anche questa volta a tirarsi su. Sono più forti dei tagli che il governo ha deciso giorni fa per la ristrutturazione dei fabbricati colpiti da calamità naturali. Lo Stato insomma non pagherà più, non risarcisce. Si gira dall’altra parte. Tocca al privato pagare i danni magari stipulando polizze assicurative che comprendano appunto disgrazie come questa. Il decreto è in vigore dal 17 maggio. Lo Stato si è tirato fuori:non ha più il dovere di aiutare i suoi cittadini. Capito dove siamo finiti? I soldi per i rimborsi elettorali e le 70mila auto blu ci sono, per aiutare i terremotati no.
Voglio pensare e sperare che il decreto non sia immediatamente attuativo, che preveda una “zona grigia” di transizione, che dia il tempo di attrezzarsi per il grande salto. E’ probabile che Rigor Montis, impulloverato da Obama, sia tornato da Camp David e dal vertice dei 28 Paesi membri della Nato, con una nuova unghia. Dubito con nuove idee. Finirà che per aiutare le zone colpite metteranno un’altra piccola tassa sulla benzina. Questi bocconiani non hanno molta fantasia. Tanto, diranno, ci siamo abituati. Paghiamo ancora una accise del 1935 per la guerra in Abissinia ed un’altra del 1956 per la crisi di Suez.In tutto le accise sono una quindicina, le ultime quattro sono dell’anno scorso: finanziamento alla cultura, emergenza immigrati,alluvione in Liguria e Toscana, decreto “Salva Italia”. Il 60% del costo di un pieno va allo Stato. E’ francamente troppo.
Il 2012 è ancora senza accise: inventarne una per i bassaioli emiliani non dovrebbe essere difficile. E poi lorsignori si lamentano se proliferano i movimenti populisti e autonomisti in Europa, se nasce una nuova disobbedienza civile alimentata dai vari Nimby (“No nel mio cortile”), No Tav,grillini in Italia, Indignados in Spagna, “Pirati” in Germania. Attenzione: i fenomeni di “Resistenza” gandhiana hanno riscritto il Novecento.
I bassaioli, dicevo. Lo scrittore Giuseppe Pederiali (è nato proprio a Finale Emilia) ha descritto la sua tribù in un bel libro pubblicato da Garzanti nel 2002.Titolo:”L’Osteria della Fola”. Sostiene che in questa contrada lunatica e terragna tradizionalmente detta la “Bassa””vive una stirpe di uomini che sa tenere i piedi bene dentro la propria terra e la testa fra le nuvole, magari fino a sfiorare la luna”.
Concorso. E aggiungo: sono come i friulani. Tosti e fantasiosi. Generosi come quegli operai uccisi nei capannoni mentre lavoravano di notte e sbrigativi. Non annegheranno nelle loro lacrime, ma si metteranno subito al lavoro per ricostruire. Ci stupiranno ancora.
Enrico Pirondini
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