Cronaca

Anche Crema scossa dal terremoto
paura ma nessuna chiamata al 115
danni per alcune aziende lombarde

Ore 15.20, la terra trema ancora. Una nuova scossa scuote il nord Italia, stavolta con epicentro a Vignano Mainarda, in provincia di Ferrara, magnitudo 5.1 della scala Richter, profondità a 4,7 chilometri. Trema anche la provincia cremonese, soprattutto il casalasco, da cui partono nuove chiamate ai vigili del fuoco già attivi dopo le scosse della scorsa notte; niente danni nel nostro territorio, crollo di cornicioni e lesioni agli edifici a Bondeno e Sant’Agostino di Ferrara.

A CREMA NIENTE SCOSSE POMERIDIANE, MA RIMANE L’ALLERTA

Crema stavolta rimane tranquilla: la scossa pomeridiana non è stata avvertita né in città né nei Comuni circostanti, e oltre a qualche momento di paura durante l’allarme notturno delle 4.04 i vigili del fuoco non hanno ricevuto nuove chiamate o segnalazioni. Le sensazioni provate in quei venti secondi dilagano, c’è chi chiama i parenti stretti, chi scrive o commenta sui social network, niente panico ma massima attenzione agli aggiornamenti in tempo reale. Ulteriori crolli di edifici nelle zone vicine all’epicentro, al momento secondo le stime della protezione civile si contano circa tremila sfollati, 2500 solo nel modenese.

TERREMOTO, CROLLI NEI MAGAZZINI DI GRANA E PARMIGIANO

Altri danni invece tra Felonica e Sermide, nel Mantovano, zona in cui il sisma della scorsa notte ha causato i maggiori danni in Lombardia: ne parla la Coldiretti, che nelle ultime ore ha raccolto testimonianze dalle varie aziende agricole del territorio. Oltre allo shock subito dal bestiame al riparo nelle stalle, il pericolo maggiore ha interessato proprio i locali di stagionatura di Grana e Parmigiano, dove circa 200 forme impilate nei locali sono cadute a terra da diversi metri di altezza facendo scattare il divieto di entrare nei magazzini; “Un pericolo mortale – spiega la Coldiretti Lombardia – visto che ogni forma pesa fra i 36 e i 38 chili”. Il danno solo per Grana e Parmigiano potrebbe sfiorare i 50 milioni di euro. Meno gravi ma pur sempre rischiose le crepe nei fienili, le tegole cadute dai tetti delle cascine, i cornicioni che si sono staccati, i vecchi fabbricati che rischiano il crollo.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...