Economia

Prezzi del latte al ribasso: è bufera
l’industria propone fatture a saldo
Coldiretti: “Imposizioni inaccettabili”

Coldiretti risponde alla posizione presa dagli industriali del latte, i quali stanno tentando di imporre alle imprese agricole fatture a saldo per il latte conferito in aprile a prezzi ben al di sotto dei 40,7 centesimi al litro (vale a dire il prezzo stabilito dall’accordo con Italatte, relativo al periodo da gennaio a marzo 2012, che era servito da punto di riferimento per le intese poi siglate in Lombardia).

“Si sta cercando di far accettare ai produttori un prezzo vergognosamente al ribasso: gli acquirenti industriali stanno inviando agli allevamenti fatture relative al conferimento del latte di aprile a 36 centesimi al litro, con un salto all’indietro di quasi cinque centesimi rispetto al mese di marzo. Il tutto senza alcuna intesa con la parte agricola”. Prosegue Coldiretti: “Si tratta di una richiesta, anzi di una imposizione, che comporta una diminuzione percentuale del prezzo di addirittura l’11 per cento. Il che non trova certo una giustificazione nel lieve aumento di produzione del latte in Italia, che pur riconosciamo esserci stato, ma che si è fermato intorno ad una percentuale del  2 per cento”.

Non accettare in questi casi fatture con dicitura “a saldo”. Questa la chiara indicazione rivolta ai suoi produttori da Coldiretti. “Le fatture recanti un prezzo inaccettabile vanno considerate delle mere ‘fatture di acconto’, pertanto comunichiamo a tutti i nostri iscritti di comportarsi in tal senso – evidenzia Coldiretti –. Sulle fatture dovrà essere indicata la dicitura “acconto”. L’invito rivolto agli allevatori è quello di contattare i nostri uffici, che garantiranno il necessario supporto”.

“Consideriamo scorretto e irresponsabile questo tentativo, da parte degli industriali, di spingere al ribasso il prezzo del latte alla stalla, pretendendo di imporre prezzi stracciati ad imprese agricole che già stanno vivendo un periodo di forte difficoltà” aggiunge Coldiretti . Gli allevamenti devono fare fronte ai crescenti costi di produzione, dalle materie prime all’energia. Si aggiungano il peso ormai insostenibile della burocrazia e la pressione fiscale già notevole e che ora si aggraverà con nuove imposizioni. Quanto potranno resistere le imprese agricole? Cremona vanta circa mille allevamenti con bovini, di cui l’ottanta per cento con vacche da latte. Si rendono conto, gli industriali, di quale parte dell’economia e di quanti posti di lavoro si mettono a rischio?”

E’ un territorio, la provincia di Cremona, che ha un patrimonio di oltre 150mila vacche da latte (rispetto ad un totale di circa 300mila bovini) ed una produzione che supera un milione di tonnellate di latte annue. Da sola Cremona garantisce il dieci per cento del totale del latte prodotto in Italia.

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