Lettere

Coti Zelati: “Mercato coperto,
lo scivolone del candidato Agazzi”

da Emanuele Coti Zelati

Le affermazioni di Agazzi in merito al mercato sono la dimostrazione dei timori dei cremaschi: un candidato sindaco che non comprende il territorio e il valore sociale ed economico di un luogo. Le cose che Agazzi non dice sono parecchie: prima fra tutte il fatto che lo spazio per gli ambulanti, all’interno degli Stalloni, è un decimo di quello attuale, che le pensiline del mercato sono state pensate per la funzione mercatale e per quella vanno benissimo (quante altre città possono vantare un mercato coperto così funzionale?), che pochi anni fa le strutture del mercato sono state ristrutturare e di recente abbellite anche con il contributo degli esercenti. Agazzi vuole veramente aggiungere anche questo spreco in questo periodo di crisi?

I cittadini cremaschi capiscono bene che la logica di Agazzi:”Non mi piace, è bruttino e quindi lo butto giù!”

Agazzi ha fatto uno scivolone e una figuraccia e adesso cerca di far ricadere la cosa su chi ha sempre detto le cose come stanno, su chi, nel tempo, si è battuto e ha preso posizione con assoluta chiarezza.

Ricordo ad Agazzi che, per noi, “qualche voto” equivale a “qualche volto” cioè a persone con storie e identità … ma, evidentemente, questo per il candidato del PDL questo non ha molta importanza. Agazzi è fuori tempo massimo: il giochetto del “sono stato frainteso dai cattivi comunisti” è passato lasciando, come la dura realtà di oggi ci dice, un’Italia in difficoltà. La colpa, come ognuno comprende, è da ricercare nelle scelte del ventennio berlusconiano di cui Agazzi è figlio e che mutatis mutandis vuole riproporre nella nostra città.

Emanuele Coti Zelati

 

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