Cronaca

Presentato il “Progetto Crema Vita”
in città defibrillatori pronti all’uso
e “laici” formati per il primo intervento

– Nella foto il Capo Progetto Regionale dott. Fulvio Kette, il direttore del 118 cremonese dott.Romano Paolucci, l’assessore regionale alla sanità dott.Luciano Bresciani, il direttore dell’Areu dott.Alberto Zoli, il direttore dell’Azienda Ospedaliera di Crema dott.Luigi Ablondi e il direttore del reparto cremasco di cardiologia Giuseppe Inama.

– Foto di Giulio Giordano –


Città a prova d’infarto grazie al nuovo progetto promosso da Regione e Azienda Ospedaliera. Crema sarà il primo Comune della Lombardia ad aderire al “Progetto Crema Vita” per la diffusione di defibrillatori nei luoghi pubblici e per la formazione sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare. L’iniziativa presentata in mattinata dal direttore dell’Azienda Ospedaliera di Crema Luigi Ablondi è stata da poco approvata dalla giunta Regionale, si avvale della collaborazione con l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza, l’Ospedale Maggiore di Crema, il 118, la Croce Rossa Italiana e le associazioni di volontariato “Un cuore per amico” e Panathlon International, oltre ad altre realtà solidali del territorio cremasco.

CON IL “PAD” ARRIVANO I DEFIBRILLATORI IN CITTA’

Il progetto intende sistematizzare distribuzione e utilizzo dei defibrillatori in modo da creare un ponte tra emergenza e arrivo del 118. “Dobbiamo fare sistema per salvare vite” dichiara il direttore dell’AREU Alberto Zoli, che con il dottor Fulvio Kette, capo del progetto regionale “A prova di Cuore, ha illustrato i tratti salienti del progetto. Si chiama Public Access Defibrillation (PAD) e prevede la diffusione di defibrillatori semi-automatici in luoghi pubblici o privati, che in caso di emergenza possono essere utilizzati dai “laici”, comuni cittadini addestrati a svolgere le manovre di primo soccorso in attesa dell’ambulanza. La comprovata efficacia di queste sperimentazioni ha portato all’estensione del progetto: “Il tempo è fondamentale in situazioni critiche come l’arresto cardiaco, per questo motivo è necessario creare una ‘catena della sopravvivenza’ che ottimizzi i tempi e sia di supporto agli operatori di soccorso”, aggiunge Kette. A Crema sono previste 25 postazioni per i defibrillatori e per utilizzarli verranno formate 500 persone; su questo punto sarà fondamentale la collaborazione della Croce Rossa Italiana, che ha già formato circa 120 cittadini. “I volontari della Croce Rossa dedicheranno tempo, impegno e strutture per istruire il personale laico che prenderà parte al progetto – spiega la dottoressa Rachele Donati De Conti – essendo una realtà su scala nazionale, la Croce Rossa in questo frangente potrà avvalersi di collaboratori provenienti da tutta Italia”.

DAI CAMPI DI CALCIO AI CENTRI ABITATI

“L’idea era partita un anno e mezzo fa dalla volontà di rendere più sicuro lo sport – racconta il direttore del reparto cremasco di cardiologia Giuseppe Inama – In seguito abbiamo accolto l’idea di diffondere la cultura del primo soccorso anche in città, in modo da creare una rete esterna che possa integrare l’operato dei sanitari.  A questo proposito interviene il direttore della centrale operativa “118” di Cremona: “L’organizzazione è già terapia – commenta il dottor Romano Paolucci – Per questo motivo sono stati avviati corsi di formazione teorico-pratici dedicati al personale ‘laico’: alle lezioni frontali abbiamo associato esercitazioni pratiche per apprendere le manovre di compressione toracica necessarie in caso di arresto cardiaco”.

LA “CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA”

“Le strutture sono solo strumenti e non sono indice del sistema, è la funzione che conta”; il dottor Luciano Bresciani, assessore regionale alla sanità, intende promuovere attraverso questo progetto un  sistema di soccorso orizzontale e innovativo, che punti non sulla dipendenza dai vertici ma sulla coordinazione tra le diverse funzioni vicine al cittadino. “E’ un sogno che si realizza – aggiunge Bresciani – grazie alla fondamentale collaborazione delle associazioni di volontariato del territorio, pietra di volta per lo sviluppo e la qualità di vita dei cittadini”.

Lidia Gallanti


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