Economia

Coldiretti: documento condiviso
con i sindaci da presentare al Governo
per rendere l’Imu più equa

L’obiettivo è mitigare l’Imu, la nuova Imposta municipale unica, affinché non si traduca in una patrimoniale per gli imprenditori agricoli e in un balzello troppo pesante per la totalità dei cittadini. La proposta è quella di un documento comune, prodotto in sinergia dai sindaci e da Coldiretti Cremona: un vero e proprio emendamento, da presentare all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (l’Anci) regionale e al Governo, per proporre che, nell’applicazione dell’Imu, si assicuri maggiore libertà alle amministrazioni comunali, vale a dire ai soggetti che realmente conoscono e “vivono” il territorio, dunque sono portavoce – autorevoli e credibili – delle istanze del tessuto civile, produttivo, sociale.

E’ questa la sintesi dell’incontro tra gli Amministratori locali e Coldiretti Cremona, organizzato con l’obiettivo di rafforzare un dialogo e un’intesa che ha già visto Comuni e imprenditori agricoli impegnarsi fianco a fianco in molte occasioni (citiamo solo tre esempi: la mobilitazione che ha condotto alla legge sull’origine in etichetta, la recente “denuncia Simest”, ed ora la questione Imu), sempre a tutela della nostra economia, della nostra terra, del vero made in Italy.

IMU UNA PATRIMONIALE AGRICOLA

La posizione di Coldiretti Cremona, già espressa ai Sindaci attraverso una comunicazione scritta, è stata ribadita con grande franchezza: ai Comuni Coldiretti ha da subito proposto di  utilizzare i poteri che la legge conferisce loro per mitigare l’impatto dell’imposta sulle vere imprese agricole. “L’Imu è una vera e propria patrimoniale agricola che colpisce indistintamente la rendita fondiaria e il reddito da lavoro, senza fare la doverosa differenziazione – ha riassunto il  direttore Simone Solfanelli –. Ai Comuni abbiamo dunque chiesto di porre al minimo stabilito dal Decreto nazionale l’aliquota prevista per i fabbricati strumentali delle vere imprese agricole”. “Ci rendiamo conto dei grandi sacrifici imposti a tutti i cittadini italiani e comprendiamo che, con la necessità improcrastinabile di reperire risorse certe ed immediate, si siano colpiti patrimonialmente quei beni conosciuti o conoscibili – ha aggiunto il Direttore Solfanelli –. Ma, nel caso della categoria degli agricoltori, ci troviamo di fronte a una mazzata duplice, poiché gli imprenditori agricoli scontano tutti gli aumenti previsti per la generalità dei cittadini più questa sorta di patrimoniale agricola”.  Dal canto loro, alcuni amministratori locali hanno evidenziato che l’imposta in questione dovrebbe avere il nome di “Imposta Statale” e non “Municipale”, dacché, di fatto, il ricavato viene destinato allo Stato, mentre ai Comuni, cui è affidato il ruolo degli “esattori”, resta il minimo indispensabile per far sopravvivere i bilanci.

Sintesi degli incontri è stata la decisione di dar vita ad un documento – che nei prossimi giorni sarà redatto da Amministrazioni locali e Coldiretti Cremona, con l’obiettivo di far sì che venga sottoscritto dal più ampio numero di Sindaci – da consegnare all’Anci regionale e al Governo, quale emendamento alla normativa nazionale.

 

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