Economia

Imprese e artigianato, il Cremasco soffre
la Libera Associazione Artigiani
sottopone il sondaggio alle istituzioni locali

Anche il Cremasco soffre. Lo conferma la Libera Associazione Artigiani a conclusione di un sondaggio svolto su 500 associati del territorio per tastare il polso al settore produttivo. Il fatturato cala, l’incertezza aumenta e i buoni pronostici per il secondo semestre 2012 non bastano a risollevare gli animi degli imprenditori locali nel tentativo di arginare l’onda lunga della crisi, che per il settore dell’artigianato sta toccando il culmine in questi mesi.

I NUMERI DELL’ARTIGIANATO
L’84 per cento delle imprese cremasche ha avvertito una contrazione dei ricavi e il 68 per cento ha dichiarato difficoltà di accesso al credito. L’unica boccata d’aria arriva dai Confidi che hanno dato risposte positive in tempi brevi al 41 per cento delle richieste di finanziamento, mentre i rapporti con le banche risultano sempre più difficili e vincolanti. Per sopravvivere nel prossimo futuro lo sguardo degli imprenditori si volge a nuovi mercati per il 20 per cento delle imprese cremasche, il 5 per cento punterà sulla qualità e il 7 per cento si dedicherà agli investimenti.

CRISI Sì, MA NIENTE LICENZIAMENTI
Nonostante un calo del fatturato che sfiora il 50 per cento gli artigiani cremaschi non licenziano. Il 93 per cento degli imprenditori intervistati non ha voluto ridurre il personale, un atteggiamento in controtendenza che testimonia la grande attenzione del settore manifatturiero nei confronti delle risorse umane, considerate un patrimonio da custodire e coltivare all’interno dell’azienda. A questo proposito, l’11 per cento delle imprese contattate dichiara di avere in cantiere nuove assunzioni per l’anno in corso.

FORMAZIONE E APPRENDISTATO

Carrozzieri, giardinieri, infermieri, operai specializzati e panettieri sono solo alcune delle figure ricercate sul nostro territorio, oltre a professioni a rischio di estinzione come sarti, vetrai o marmisti che spesso non trovano ricambio nelle nuove generazioni. “L’artigianato è una grande risorsa italiana, ma spesso il lavoro manuale viene considerato un settore di serie B”; il segretario della L.A.A. Giuseppe Zucchetti denuncia una mentalità radicata nel campo della formazione di base e sottolinea la necessità di salvare il “mondo del fare” perfezionando percorsi di affiancamento tra istruzione e lavoro favorendo una specializzazione all’interno delle imprese.

ACCESSO AL CREDITO
“Servono soldi, c’è poco da fare – commenta il presidente di Casartigiani Lombardia Mario Bettini – In questi anni gli istituti di credito cooperativo e le banche popolari del cremasco non hanno tradito la loro vocazione e sono rimaste vicine ai lavoratori, ma ora tutto dipende da piani alti”. Il presidente di Casartigiani si rivferisce alla seconda tranche di fondi che la BCE ha erogato alle nostre banche: “Le piccole e medie imprese rappresentano il 93 per cento dell’economia nazionale, è ora di pensare anche a loro”. Su questo punto interviene a nome della Provincia di Cremona l’assessore Paola Orini: “La politica ha il compito di agevolare i rapporti tra banche e imprese, a questo proposito ci siamo già mossi per ottenere da alcuni istituti di credito l’anticipo della cassa integrazione e mutui agevolati a favore delle piccole e medie imprese, che sono alla base del nostro tessuto economico territoriale”.

IL “SISTEMA” CREMASCO E LA QUESTIONE VIABILITA’

A monte emerge la necessità di “fare sistema”, rendere Crema capo-comprensorio organizzativo per i comuni circostanti e garantire un coordinamento di forze e risorse finora inesistente, a partire dai trasporti. A questo proposito l’assessore comunale ai lavori pubblici Simone Beretta interviene sulle questioni calde della viabilità cremasca: “Per la Paullese ormai c’è poco da fare, forse sarebbe stato meglio favorire la costruzione del ponte prima di allargare le corsie” risponde Beretta, che citando la Brebemi rimprovera Crema di aver perso l’opportunità di rivoluzionare le infrastrutture e ridefinire la propria posizione sulla rete territoriale. L’ultimo punto dolente riguarda il trasporto pesante, che si pensa di risolvere realizzando bretelle di collegamento tra i diversi Comuni limitrofi in modo da sfrondare il traffico pesante diretto in città, ora con unico accesso da via Roma. Stesso discorso per sciogliere il nodo insoluto della “gronda nord”, con la proposta di una bretella di collegamento tra Vailate e Crema che costeggi l’attuale ferrovia. “A questo proposito organizzeremo un tavolo con tutti i comuni interessati – conclude Beretta – In ogni caso questo compito sarà nelle mani della prossima amministrazione, non posso che augurarmi che faccia un buon lavoro e valorizzi le sinergie con il privato, è l’unico modo per permettere al Comune di lavorare”.

 

Lidia Gallanti

 

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