Macchinette svuotate
al bar, polizia inchioda
il figlio del titolare
– Sopra, il denaro recuperato e gli arnesi utilizzati per il furto
Cambiamonete e slot machine forzate e svuotate. Il titolare del bar denuncia. La polizia indaga e scopre che ad agire è stato il figlio del gestore assieme a un conoscente per coprire alcuni suoi debiti. Il furto è stato commesso alcuni giorni fa, in un esercizio di Crema. Il titolare ha chiamato subito la polizia, raccontando dell’intrusione nel locale, probabilmente alle prime ore della mattinata, dello svuotamento delle macchinette. Dopo un primo sopralluogo della Volante, sono state inviate sul posto la Squadra Investigativa del Commissariato di Crema guidato dal vicequestore aggiunto Daniel Segre e la Polizia Scientifica per le prime attività di indagine.
La polizia ha analizzato l’antifurto volumetrico del bar: registrati accessi all’interno dell’esercizio pubblico in orari posteriori rispetto a quelli indicati in prima battuta dal titolare. I rilievi della Polizia Scientifica e l’attività di indagine della Squadra Investigativa, oltre a consentire di trovare tracce che tendevano ad escludere la presenza di persone estranee ai gestori del locale, hanno fatto anche rinvenire uno scontrino di una ferramenta del Cremasco, relativo ad un acquisto effettuato il giorno prima.
Gli accertamenti effettuati presso quel negozio hanno fatto appurare agli investigatori che il figlio del titolare, il giorno prima del furto, aveva acquistato un seghetto per ferro, un martello, un piede di porco e una spazzola per ferro. Tutti gli indizi hanno lentamente ma inesorabilmente stretto il cerchio proprio intorno al figlio del titolare che, messo alle strette, ha infine confessato di aver commesso il furto insieme ad un conoscente per coprire la sua situazione di esposizione debitoria. Presso il Commissariato di Crema sono state quindi attribuite le responsabilità a carico di D.I. di 30 anni e di S.S. di 25 anni, entrambi residenti nel Cremasco, che ieri sono stati denunciati in stato di libertà per furto aggravato e simulazione di reato in concorso fra loro.
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