Economia

Produzione industriale,
in tre mesi da +4,9% a -1,5%
E riprende la Cassa integrazione
In negativo il comparto artigiano

E’ stabile l’andamento del comparto manifatturiero cremonese nell’ultimo trimestre del 2011, ma in peggioramento rispetto al 2010. La nostra provincia con un calo della produzione dello 0,2%, non si discosta significativamente dal +0,1% del 3° trimestre 2011, configurando, di fatto, una situazione di sostanziale stabilità, a differenza della Lombardia dove, riguardo alla produzione, si è alla seconda variazione negativa consecutiva (-0,5%).

I dati provengono dall’indagine congiunturale condotta da Unioncamere Lombardia che, per quanto riguarda il settore industria, si svolge in collaborazione con l’Associazione Industriali e, per l’artigianato, con Confartigianato e CNA, coinvolgendo ogni trimestre due campioni distinti di aziende manifatturiere, complessivamente circa 150 imprese cremonesi e tutte le principali attività del comparto presenti in provincia.

L’indice destagionalizzato della produzione industriale provinciale si mantiene stabile attorno a quota 107 su base 2005, su livelli appena inferiori a quelli che hanno preceduto la crisi, e mantenendo il valore più alto all’interno della Lombardia. A gettare ombre sul prossimo futuro sono però le variazioni ancora negative sul versante degli ordini interni che sono, con il -0,6%, alla quinta variazione negativa consecutiva. La domanda estera, che nell’attuale panorama internazionale costituisce l’ancora di salvezza delle economie più avanzate, in provincia, pur aumentando dello 0,8%, non riesce tuttavia a recuperare il calo dell’1,5% riscontrato nei tre mesi estivi. Stabile il fatturato a prezzi correnti (+0,2%), che già da un paio di trimestri ha arrestato il suo precedente processo di buona crescita. Lo stesso accade per i prezzi, la cui lieve ripresa inflattiva (+0,9% delle materie prime e +0,5% dei prodotti finiti), sembra dovuta più ai rincari dei carburanti che ad una rinata vivacità degli scambi. Il numero degli addetti cresce dello 0,7% ed è alla quarta variazione positiva consecutiva, ma nello stesso tempo riprende l’accesso alla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria delle imprese cremonesi. Vi ha infatti fatto effettivo ricorso più dell’11% delle imprese (contro l’8,6% di tre mesi fa) e la quota delle ore effettivamente utilizzate rispetto al monte ore complessivo passa dallo 0,2% all’attuale 0,7%. Quest’ultimo dato costituisce però ugualmente la migliore situazione in regione dopo Lodi.

I dati tendenziali, cioè rapportati al corrispondente trimestre del 2010, sono, sia a livello regionale che locale, in generale peggioramento rispetto a quelli analizzati nell’indagine scorsa. In entrambe le circoscrizioni territoriali la produzione industriale corretta per il numero di giorni lavorativi entra per la prima volta nell’area negativa dopo sette trimestri ed in particolare in provincia si passa in soli tre mesi dal +4,9% al -1,5%. L’andamento della domanda interna si conferma attorno al -7% sia a Cremona che in Lombardia, mentre il dato delle esportazioni rimane ancora positivo del 2,4% in provincia, a differenza della Lombardia, dove scende dell’1,5%. Pur restando superiore all’anno prima, rallenta considerevolmente la dinamica del fatturato (dal +8 al +4%). Segnali positivi vengono dalla tenuta in provincia dell’occupazione che cresce su base annua del 2%, contro il leggero calo dello 0,2% del dato medio lombardo. Nei confronti con le altre province della regione, il dato tendenziale cremonese attuale si colloca al di sotto della media. Prendendo in considerazione la variazione tendenziale della produzione conseguita negli ultimi dodici mesi, si rileva come nel giro di tre mesi la percentuale delle aziende in espansione si sia ridotta dal 67 al 44% mentre è  più che raddoppiata la quota di quelle in crisi (dal 20 al 42%).
Dati preoccupanti sono quelli che pervengono dal comparto artigiano che presenta segni negativi ed in peggioramento per tutti gli indicatori. La produzione destagionalizzata a livello congiunturale perde il 7%, annullando il recupero dei due trimestri precedenti (+4,2 e +3,2%) con inevitabili ripercussioni sul fatturato che scende ulteriormente dell’1,8%. Anche gli ordini e l’occupazione sono in calo di poco meno di due punti percentuali. A livello tendenziale, i dati di  produzione e ordinativi si collocano attorno al -4% ed il fatturato e il numero di addetti rispettivamente al -2,6 ed al -2,3%.

 

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