Politica

Monti ha partorito un topolino

Ci aspettavamo dal Governo di Monti e dei Professori&Banchieri qualcosa di diverso da questo topolino, piccolo e impaurito, partorito male e in fretta, che ha impaurito a sua volta il popolo, inginocchiandolo; ringhiando su categorie che si aspettavano ben altro dalle annunciate e miracolose “liberalizzazioni”. E’ finita, come sappiamo, in un grido di dolore che si leva da tutta Italia perché gli aumenti dei prezzi e tariffe già si fanno sentire. E fanno male.

Dai carburanti, alla luce e al gas, fino al canone Rai, ai biglietti dei trasporti urbani ed extraurbani. Pagheremo persino una tassa sulle vincite alle lotterie superiori ai 500 euro. Di qui la rivolta, ad esempio, dei camionisti che hanno paralizzato il traffico in molte regioni mentre facevano altrettanto i taxisti nelle città, negli aeroporti. L’Italia ex rurale è scesa in campo per cercare di placare la furia fiscale di Monti & C. I trasportatori stavolta hanno cominciato dalla Sicilia, forse contagiati dal vento che arriva dalla cosiddetta “Primavera araba” , con i risultati che sappiamo: nessun vincitore ma uno sconfitto certo, la popolazione. Ci aspettavamo un taglio ai privilegi della Casta,una lotta meno mediatica e più incisiva agli evasori, un aiuto convincente ai giovani per la crescita e lo sviluppo del Paese, magari qualche“colpo di genio” di professori celebrati oltre i ogni resistibile rossore. Ed invece ci ritroviamo con la (loro) volontà di tagliare financo la cassa integrazione perché “non si sono risorse”; il che ha portato i sindacati – già sospettosi per il prevedibile attacco al “tabù” dell’articolo 18 – a salire sulle barricate. Se Monti vincesse pure su questo versante, la Camusso e compagnia bella sarebbero costretti ad andare a casa e chiudere bottega.

E la Politica dei politicanti? Assiste e rosica. Bersani ha rispolverato il vecchio copione attendista di Prodi, Berlusconi freme e intende ripartire da Milano (a metà febbraio) per riprendersi la città e rilanciare il partito. La Lega , archiviata la manifestazione di Milano, vuole tornare alle origini e sogna una Padania legata più alla Germania che al resto dello Stivale. Ma resta in piedi la madre di tutte le domande: Bossi e Maroni si sono davvero riappacificati? A Milano il Senatur ha tuonato contro il Governo ma quando non ha fatto parlare l’ex delfino è stato fischiato. Certo non le ha mandate a dire (“governo infame amico delle banche e nemico del popolo”, “affanculo Roma” ), è sempre in sella ma non pare più l’Oracolo di prima. Persino il vecchio pupillo Tremonti gli ha detto:”Ora non serve staccare la spina al governo Monti perché nonostante alcuni interventi e alcuni errori, non c’è ancora equilibrio, sui mercati i soldi sono pochi e molti sono della Bce.La situazione è molto critica ed in questo momento è importante la stabilità. La ricchezza sta divorando le Nazioni, quindi divorerà se stessa”.

E Di Pietro? E’ tornato a fare il megafono delle Procure e lancia avvertimenti. Sostiene, ad esempio, che “In Lombardia la situazione è compromessa” e che si andrà al voto “entro l’anno”. E siccome siamo alla vigilia del ventesimo anno di Mani Pulite (17 febbraio 1992) Tonino si sente rigenerato. E sogna lo sconquasso che decollò con l’arresto del “mariuolo” Mario Chiesa.

Ma di sconquassi ci basta questo provocato da Rigor Monti. Basta e avanza.

Enrico Pirondini

 

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