Sale la febbre da videopoker
In città 580 slot machine
e 146 esercizi commerciali autorizzati
L’allarme della Caritas:
“Molti giocano, nessuno lo ammette”
Il gioco come strumento di welfare. Crema riconferma il preoccupante scenario attuale che vede sempre più diffusa l’abitudine di tentare la fortuna con schedine, gratta e vinci o videopoker. Dal canto suo, lo Stato assume una posizione vigile ma non interventista ed esorta a giocare “senza esagerare”; il dubbio è che i buoni consigli in questo caso servano poco, e la conferma arriva dall’aumento di casi anche agli sportelli di sussidio sociale.
GIOCO E POVERTA’
“Molti giocano ma quasi nessuno lo ammette” racconta Claudio Dagheti, operatore della Caritas cremasca, che allo sportello ascolto si trova spesso di fronte a pesanti casi di indebitamento, pari al 15 per cento delle richieste di aiuto totali, non scollegati dal vizio del gioco. Alla Caritas la povertà si misura con il tutto esaurito per gli spazi di accoglienza, mentre le richieste di beni di prima necessità continuano a crescere: solo i pacchi alimentari sono passati dai 1903 del 2010 ai 2200 del 2011, mentre a presentarsi allo sportello ci sono sempre più residenti cremaschi, 867 solo nello scorso anno. In questo scenario si inserisce lo spettro del gioco, una presenza latente e difficile da percepire con precisione: “Il gioco spesso appare come normale scappatoia dai problemi economici – commenta Dagheti – sempre alimentata dalla speranza di riportarsi a pari con la vincita, cosa che ovviamente non avviene mai”. Negli ultimi tempi il gioco ha contagiato anche gli utenti immigrati che si rivolgono agli sportelli Caritas, che dopo qualche mese dal loro arrivo tendono ad assumere il gioco come pratica usuale.
LE REGOLAMENTAZIONI
Di fronte al forte incremento di giocatori l’opinione pubblica fa risalire la responsabilità a monte, in primis ai gestori che scelgono di installare le macchinette all’interno della propria attività commerciale.
L’installazione di slot e videopoker è regolata da specifiche normative regionali, che nel caso di esercizi pubblici come bar e ristoranti prevedono un numero di apparecchi che varia a seconda della metratura disponibile: per esempio, in uno spazio di 15 metri quadrati possono essere collocate due macchinette, quattro su 30 mq, sei su 100 mq, fino ad un massimo di 8 per spazi superiori. Per bingo e sale scommessa i numeri salgono e si arriva fino a 75 slot; poca chiarezza per quanto riguarda esercizi commerciali di diversa natura, tuttavia le recenti rettifiche ammettono le macchinette anche in attività diverse da tabaccherie e ristoranti. Per installare un apparecchio basta ottenere il nulla osta per la distribuzione e l’attestato di conformità, per quanto riguarda il produttore, mentre al concessionario sta l’autorizzazione per la messa in esercizio, tre documenti che andranno esposti nell’angolo di gioco con la normativa.
I VIDEOPOKER A CREMA
A Crema si contano 162 esercizi commerciali, tra ristoranti e bar, che potrebbero potenzialmente avere la licenza. Nessuna eccezione per i quaranta tabaccai della città, tutti muniti di videopoker o slot machines, mentre solo il dieci per cento delle attività ha detto no alle macchinette. Sul territorio non mancano le sale gioco, di cui tre effettive più una sala bingo, cui si aggiungono circoli privati come oratori o Arci, contesti sensibili in cui l’installazione di giochi elettronici ha già hanno fatto discutere. Riferendoci alle tabelle pubblicate nel decreto legge di regolamentazione del 27 ottobre 2003, possiamo provare a stimare il numero complessivo di videopoker raggiunto a Crema: calcolando una superficie media di circa 30 mq per i 146 esercizi cremaschi autorizzati, possiamo approssimare un totale di circa 580 congegni disseminati in tutta la città, quasi uno ogni sessanta abitanti. Se il rischio è potenziale, i guadagni sono sicuri: dieci anni fa per un bar o una tabaccheria era possibile guadagnare a settimana dai 20 ai 30 milioni di vecchie lire solo con le macchinette. Per quanto riguarda la sala bingo, si stima che nei giorni di scarsa affluenza le macchinette incassano anche 15 mila euro al giorno, somma che si aggiunge agli incassi del banco di gioco, unico vero vincitore.
Lidia Gallanti
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