Cronaca

Edilizia e legno: un 2011 da dimenticare
Cesare Pavesi (Cgil): “Un annus horribilis”

“Il 2011? Annus horribilis per il settore dell’edilizia e del legno”: così si esprime Cesare Pavesi della Fillea Cgil, analizzando la situazione dell’anno appena trascorso, con riferimento al settore di sua competenza. Infatti secondo il sindacalista della Cgil, nel cremasco, per imprese e operai del settore edilizia e legno è stato uno dei peggiori, da molti anni a questa parte.

LA SITUAZIONE

“Se facciamo riferimento allo strumento della cassa edile – riferisce Pavesi – negli ultimi due anni in provincia sono stati interessati circa mille addetti, con una riduzione del monte salari di circa un milione di euro”.
Le cose non vanno meglio nel comparto delle aziende del legno, dove se si escludono le poche realtà che lavorono al servizio delle esportazioni, per il resto le altre vivono tutte situazioni di difficoltà, con l’esempio dell’Arespan di Agnadello, la cui situazione di difficoltà è stata certificata qualche settimana fa con la definizione della cassa integrazione straordinaria per i 66 dipendenti.
Ma a proposito, Pavesi chiosa: “Al di là di tutto, con 700 euro al mese come fa una famiglia a tirare avanti?”.

300 POSTI IN MENO

Inoltre, sono circa 300 le persone impegnate nei settori edilizia e legno, che hanno perso il lavoro negli ultimi 12 mesi: numeri riferiti solo alle imprese  che si sono rivolte al sindacato, ma ci sono tutta una serie di lavoratori, difficili da quantificare secondo la Fillea, che passano direttamente da una situazione di occupazione ad una di disoccupazione. Un numero considerevole, se si pensa alle imprese del settore dell’edilizia con due o tre dipendenti. “Si prova a dare qualche timida risposta attraverso gli ammortizzatori sociali, ma questi prima o poi finiscono – dice Pavesi – e di segnali positivi non ne vedo. Tra l’altro, non è favorendo la possibilità di licenziamento, come si è sentito negli ultimi tempi che si aiuta il rilancio economico. Nel cremasco, ci sono tanti lavoratori che devono ancora percepire diverse mensilità”.

PROSPETTIVE PER IL 2012

“Già il 2011 è stato brutto – afferma Pavesi – ma per quest’anno, pur cercando di vedere le cose in positivo, di possibilità di uscita dalla crisi non ne vedo. Ci sono pochi cantieri e quelli che ci sono stanno per essere chiusi, perché i lavori stanno per essere completati. Poi, se non si vende il costruito, non si va da nessuna parte, ma come si fa a vendere di questi tempi? Occorre avere la disponibilità di chi compra, ma senza il supporto delle banche, la gente non riesce a investire”.
La speranza è che ovviamente qualche cosa di positivo riesca a far ripartire l’economia anche nel cremasco: “Qui l’unico grande cantiere è quello della Paullese, che tra un anno sarà chiuso e dove peraltro la ricaduta in termini occupazionali per il territorio è minima, visto che i lavori sono stati aggiudicati da imprese non locali e solo una decina di cremaschi vi lavorano. In questa situazione, dovrebbero partire i lavori di completamento della Paulesse da Dovera fino al ponte sull’Adda e quelli della parte milanese, ma al momento non se ne sa nulla. E poi – conclude Pavesi – la situazione dell’edilizia è come quella di un’araba felice, muore e risorge a seconda del mercato. Se non si sblocca la possibilità di investire per le famiglie, la situazione non cambierà”.

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