Cronaca

Una città graffiata dai graffiti
Monumenti, palazzi, chiese:
i vandali non risparmiano nessuno

Crema graffiata dai graffiti. Nonostante la battaglia agli scarabocchi sia ormai all’ordine del giorno, i writers occasionali non desistono e tornano a colpire nelle zone più sensibili. L’ultima operazione di pulitura risale ad un paio d’anni fa: il massiccio intervento effettuato su tutti gli edifici pubblici del centro cittadino aveva scrostato vernici e rattoppato gli intonaci, ma nonostante gli sforzi economici – si parla di circa ventimila euro per l’anno passato – per restituire alla città l’integrità originaria le scritte indelebili sono tornate a fiorire e ad su edifici pubblici, monumenti o addirittura chiese. E’ il caso della piccola Santa Maria delle Grazie, situata nell’omonima via a fianco dell’istituto superiore Pacioli. Fatta salva la facciata principale della piccola chiesa, basta svoltare in via Seminario per vedere la parete tappezzata di scritte che accompagnano l’occhio per diversi metri, fino all’ex convento retrostante con messaggi tutt’altro che gradevoli. Avvicinandosi al centro città i pasticci si diradano: rimangono intonse le zone del centro storico tra cui Ss.Trinità, Torrazzo, palazzo Comunale, Vescovile, piazza Aldo Moro, il crocevia Matteotti-Mazzini, piazza Garibaldi e piazzale Rimembranze. Basta però svoltare in via Civerchi, parallela di via Mazzini, per riscoprire un mondo di scritte azzardate. Il fulcro stavolta è palazzo Benzoni, attuale sede della biblioteca comunale, che su tutta la facciata e sulla parete opposta ospita metri di scritte più o meno invadenti che si estendono fino alla casa natale di Giovanni Bottesini, musicista cremasco ottocentesco che certo non sarebbe felice di vedere la dolce dimora imbrattata da ingombranti soprannomi di ignoti.

Se la passano un po’ meglio i palazzi e le case signorili della zona sud del centro ad eccezione del Mercato Austroungarico, ripulito recentemente ed ora nuovamente preso di mira dalle bombolette spray dei vandali. Parlando sempre di mercato, ma passando a quello coperto di via Verdi ecco che le sorprese amare continuano: in barba alle recenti operazioni  di restauro e pulitura che hanno interessato le storiche pensiline del mercato coperto sono già ricomparse una decina di scritte. Il peggio però lo si vede sulla facciata dei cosiddetti Stalloni, che portano i segni delle “lotte” politiche degli ultimi mesi con messaggi che sono passati dai cori ai muri, spalmati in modo indelebile su ben due lati dell’imponente ex convento cinquecentesco.

Si porti pazienza per i muri delle scuole, ma quando nemmeno gli spazi appositamente “ceduti” all’estro giovanile bastano è bene riflettere sulle motivazioni alla base di simili gesti, che oltre alla mancanza di rispetto denotano l’incapacità di percepire l’importanza del nostro patrimonio artistico e culturale.

L’importante è come sempre non generalizzare, e distinguere tra arte e atti vandalici: “Abbiamo già affrontato la faccenda, e chi imbratta i muri in questa maniera non fa parte di chi usa questo mezzo espressivo in maniera seria, ma si tratta di ragazzini che agiscono col solo intento di pasticciare una parete” commenta il vicesindaco Massimo Piazzi, “Penso che le sanzioni siano sufficienti, spesso basta una segnalazione alle famiglie come deterrente, il vero problema è cogliere sul fatto gli artefici che non sempre agiscono alla luce del sole”. Vista l’incidenza dei graffiti nelle zone più frequentate da giovani e giovanissimi, l’amministrazione valuterà la possibilità di aumentare la sorveglianza nei punti sensibili: “Forse da questo punto di vista possiamo fare di più – aggiunge Piazzi – Basterebbe qualche intervento per dissuadere i writers improvvisati”.

Lidia Gallanti

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