Cronaca

Così la Cattedrale tornerà
al suo antico splendore
All’Auditorium Manenti
l’intervento del vescovo Cantoni
e degli architetti sullo stato dei restauri

“In adventu Domini”, un concerto per aspettare insieme il Natale e per sostenere i restauri della “vecchia signora” cremasca, la Cattedrale. L’evento musicale di ieri sera è stato l’occasione per avere un anticipo sui lavori in corso all’interno del Duomo, che via via si sta svestendo dalle impalcature. E’ ancora presto per parlare di date, ma la prima sorpresa nasce proprio in apertura al concerto con l’intervento di Marcello Palmieri, referente della commissione di gestione per la chiesa di San Bernardino, teatro della serata:  “Essendo il nostro Duomo stato fondato dopo l’anno Mille, potrebbe essere un’occasione di ulteriore valorizzazione della cattedrale il far coincidere quelle che saranno le celebrazioni inaugurali dei restauri con la commemorazione del primo millennio dall’erezione del luogo sacro, quello stesso che i cremaschi di allora, benché la città non fosse ancora diocesi, vollero così grande e bello perché in un futuro più o meno lontano (e in effetti avverrà solo nel 1580) potesse accogliere la cattedra vescovile”. La proposta è stata accolta con favore, e verrà portata in discussione nei mesi precedenti l’inaugurazione.

Soddisfatto anche il vescovo della Diocesi di Crema monsignor Oscar Cantoni,che in quest’occasione ha ricordato l’importanza delle radici cristiane che legano la comunità cremasca alla Cattedrale. “Splendore e arte per giovare al cuore degli uomini”, queste le parole con cui affida la nuova bellezza del gioiello cremasco alle generazioni future.

IL CONCERTO

Un gremito Auitorium Manenti ha accolto coro ed orchestra del Collegium Vocale di Crema: trentatré voci maschili e femminili e ventiquattro strumenti hanno dato il meglio di sé, guidati dalla prestigiosa bacchetta del Maestro Giampiero Innocente. L’ensemble musicale ha interpretato con successo una scaletta di tutto rispetto, con brani per coro, orchestra e solisti scelti dalla produzione del prodigio settecentesco W.A.Mozart.  S’inizia da Vesperae solemnes de confessore K339, un capolavoro suddiviso in salmi cantati che riassumono diversi stili e sfaccettature del musicista austriaco. L’apice del lirismo si raggiunge nell’Exsultate Jubilate K165, un mottetto per soprano ed orchestra di grande eleganza che ha permesso di apprezzare la delicatezza della voce di donna ora intessuta nell’accompagnamento d’archi, ora nitida e ben definita sopra l’armonia strumentale. Chiude il trio il famosissimo Kyrie K341, che trae la sua forza dal rigoroso accostamento tra coro e orchestra dai tratti solenni e insoliti. Non poteva mancare una chiusura in tema natalizio con Hark! The Herald di F.Mendelssohn, che ha accompagnato la vasta platea all’uscita dell’Auditorium per una fetta di panettone e una manciata di auguri attorno al bracere preparato per l’occasione.

IL RESTAURO DELLA CATTEDRALE

L’attesissimo intervento dell’architetto Giuseppe Rossi ha documentato lo stato dei lavori di restauro che ormai da più di un anno interessano la Cattedrale: “Si tratta di un intervento massiccio e totale che ha richiesto anni di studi attenti e grande perizia, e ci ha permesso di lavorare in armonia e con grande coscienza”. Una doverosa pulitura esterna della struttura ha riportato le superfici all’antico splendore: coperture, contrafforti, sottotetto, serramenti, fino al grande rosone della facciata romanica, tutto è stato ripulito e messo in sesto. Il recupero delle superfici ha regalato qualche sorpresa inaspettata, come i fori lasciati dai pallettoni di arma da fuoco sui muri esterni della facciata sud, la scritta gotica sulla facciata principale, o ancora curiosissime epigrafi incise nella pietra, quasi fossero la firma delle varie maestranze che nel tempo si sono occupate della Cattedrale; la più antica risale al 1400, l’ultima è del 1917. Le sculture hanno ricevuto un’attenzione particolare, soprattutto dopo aver scoperto alcune tracce di pittura in oro ormai coperta dalla patina del tempo, che dopo le dovute analisi saranno recuperate nel modo più consono. Gli interni della Cattedrale sono a buon punto: volte e pareti della navata centrale sono state pulite e restaurate, mentre si sta ancora lavorando agli elementi laterali e alla zona del presbiterio. Continua il restauro degli affreschi e il consolidamento delle vetrate.

IL PRESBITERIO

La grossa sorpresa riguarda proprio il “cuore” architettonico e liturgico della Cattedrale, ovvero la parte che si colloca a conclusione della navata: “Seguendo le disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana, abbiamo riadattato il presbiterio in modo da dare importanza al ruolo fondamentale della parola”. L’architetto Vania Zucchetti Scaramuzza spiega così la scelta di abbassare ed aprire il presbiterio verso il pubblico, abbattendo gli impedimenti visivi e aprendo lo spazio sui tre lati e abbattendo i dislivelli. L’organo rimane sullo sfondo, mentre l’ambone si sposta sulla scalinata ridotta a quattro gradini, la cattedra vescovile rimane sulla destra e la Mensa verrà portata al centro del presbiterio; questi tre elementi saranno arricchiti con le sculture realizzate dall’artista Mario Toffetti.

 

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