Cronaca

“Salini non ha la maggioranza del territorio,
ritiri la proposta o si dimetta”
Ecco i commenti ‘politici’
sull’assemblea dei sindaci

Il presidente Salini tragga insegnamento dalla lezione di democrazia impartita ieri sera da 60 sindaci cremonesi. Ritiri la proposta per la società mista o si dimetta. Questo il filo conduttore dei primi interventi ‘politici’ arrivati questa mattina, all’indomani dell’assemblea dei sindaci del territorio.
Li pubblichiamo di seguito.

MARCO PEZZONI – Ieri sera 60 sindaci hanno scritto la più bella pagina della democrazia locale degli ultimi decenni!
Alla Conferenza dei Comuni, convocata alle ore 18 a Cà de Somenzi, hanno partecipato 61 sindaci, superando il numero legale che era di 58.
Malgrado il tentativo del presidente dell’assemblea, egli stesso sindaco, di impedire la votazione in base ad una sua personale valutazione della Legge regionale, giungendo ad abbandonare la seduta tentando unilateralmente e all’improvviso di dichiararla chiusa, i 60 sindaci rimasti al loro posto hanno deciso di proseguire l’assemblea per arrivare all’espressione del voto sulla proposta dell’AATO di semiprivatizzazione della gestione dell’acqua.
E questo non solo in base alla Legge regionale che chiede esplicitamente ai sindaci di votare il loro parere obbligatorio e vincolante entro 30 giorni dalla consegna del progetto alla loro attenzione, ma anche in coerenza con la decisione presa da 102 sindaci su 103 in occasione della precedente Conferenza dei Comuni.
I 60 sindaci coraggiosi hanno eletto un nuovo presidente dell’assemblea e, addirittura, chiamato a verbalizzare un’altro sindaco visto che i funzionari presenti, dipendenti dell’Amministrazione provinciale, si sono rifiutati di collaborare alla stesura dei verbali, preoccupati del loro destino lavorativo.
Tale è il clima di intimidazione e pressione esercitato in questi giorni !!!
Salini ha così scritto la pagina più nera della democrazia locale da decenni a questa parte!!
Calpestando le regole più elementari della democrazia e della convivenza, calpestando la dignità delle autonomie locali, facendosi beffe del valore della sussidiarietà che parte dal riconoscimento del ruolo primario dei Comuni, in quanto rappresentanti delle comunità locali
Senso della sussidiarietà, senso delle istituzioni, coscienza delle proprie responsabilità e prerogative hanno motivato i 60 sindaci, di ogni orientamento politico, ad andare avanti fino ad esprimere un voto negativo sul progetto di privatizzazione dell’acqua che vorrebbe imporre Salini.
Risultato di straordinario valore istituzionale, politico e morale !!!
Chi, come Ponzio Pilato, è fuggito dalle proprie responsabilità e non ha partecipato al voto come i Comuni di Cremona e Crema, dichiarando inutile l’assemblea di oggi, dovrà invece riconoscere, se è onesto, l’importanza di questa votazione che ha raggiunto il numero legale anche senza di loro. Perri e Bruttomesso persevereranno nel loro errore diabolico di tradire 60 colleghi?
Soprattuto pensano che i cittadini di Cremona e Crema siano così tonti da non capire che hanno privilegiato i giochi e i ricatti di potere rispetto al bene comune ?
La partita rimane dunque aperta, anzi apertissima grazie alla straordinaria mobilitazione di tanti cittadini che si sono sentiti attore sociale e motore di idee e valori.
Ma la pagina più significativa la dobbiamo oggi a quei 60 sindaci, di diverso orientamento politico, che hanno avuto il coraggio di onorare l’istituzione di cui sono al servizio e di anteporre l’etica del bene comune a interessi di parte.
Grazie a loro ci si può riconciliare per una volta con la politica, la Buona Politica. Questo atto di coraggio civile, prima ancora che amministrativo, ci fa sentire orgogliosi di esseri italiani e cremonesi.
E andrebbe segnalato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: è solo con queste energie civili e morali che possiamo ricostruire la credibilità delle Istituzioni e rilanciare l’Italia.

Marco Pezzoni

MATTEO PILONI – L’assenza di Bruttomesso, insieme a quella di Perri, e’ figlia dei ricatti e delle pressioni dei poteri forti capitanati da Salini che hanno fatto di tutto per evitare che i sindaci potessero scegliere sul futuro del servizio idrico.
Ma soprattutto è un’assenza che ha ulteriormente indebolito la nostra citta’ nelle dinamiche territoriali e provinciali  perche’ i sindaci, con la loro presenza all’assemblea, hanno garantito il numero legale nonostante le assenze delle due citta’ più grandi.
Non solo in queste settimane e’ stato negato ogni approfondimento, ma e’ stato compiuto un vero e proprio blitz contro le istituzioni e il territorio. Non si e’ mai vista una cosa simile.
Ancora una volta pero’ i sindaci sono stati in grado di rispondere a questo assalto facendo valere le ragioni del buon senso.
Ora Salini, dopo aver creato un’inutile frattura del territorio, deve prendere atto che il suo disegno e’ fallito e che non ha più la fiducia di molti sindaci.

Matteo Piloni
Coord. Pd cremasco

GIORGIO BERGONZI – Dopo l’assemblea dei sindaci di ieri sera l’acqua a Cremona non può più essere privatizzata se non calpestando tutte le regole e le norme di democrazia diretta e rappresentativa. Hanno detto no i cittadini col referendum, hanno detto no al progetto Ato-Provincia  102 sindaci su 103, ha detto unanimemente no la maggioranza dei sindaci cremonesi ieri riuniti in assemblea, non convinti né intimiditi dall’ingiustificabile e improvvido appello Perri-Bruttomesso a disertarla.
Sul grande tema dell’acqua pubblica i sindaci hanno dimostrato di essere la rappresentanza autentica dei loro cittadini, anche indipendentemente dall’appartenenza politica. Un’alta lezione di democrazia di cui li ringraziamo.
Una lezione che vale anche per il presidente Salini primo sponsor della privatizzazione dell’acqua: si faccia una ragione del responso democratico, ritiri il Progetto realizzato col supporto dell’avv. Guffanti dello studio Sciumè, si dice referente di Suez che ci si chiede se volesse entrare nella futura società dell’acqua privatizzata. Lo ritiri rispettando la volontà dei cittadini che l’hanno eletto o si dimetta.
Lo ritiri, perché i sindaci e i cittadini cremonesi non gli consentirebbero comunque di realizzarlo, in nome della democrazia, come fino ad oggi dimostrato.

Piergiorgio Bergonzi
(federazione della Sinistra-Cr)

 

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