Pressing sui sindaci per far saltare
il numero legale
E il Comitato Acqua Pubblica
scrive a Bruttomesso:
non si tiri indietro
Grandissima attesa per l’assemblea di stasera – dalle 18.30 in Sala Zelioli Lanzini, Cremona Fiere – per il voto sulla proposta di società mista per la gestione del servizio idrico. Impossibile fare previsioni perché le variabili in gioco sono parecchie. Anzitutto il numero legale. Per aprire l’assemblea è necessaria la presenza della metà più uno dei sindaci del territorio, dunque almeno 58 primi cittadini. Ma questo non basta, poiché è anche necessario che i sindaci presenti, complessivamente, rappresentino la maggioranza degli abitanti del territorio. E qui già si deve tenere in conto l’assenza annunciata dei rappresentanti dei due Comuni più ‘pesanti’: Cremona e Crema, che insieme faranno ‘mancare’ all’appello circa un quarto degli abitanti del cremonese.
A quanto si apprende, dal fronte che spinge per la società mista sono in atto forti pressioni sui sindaci di area centrodestra per indurli a starsene a casa, così da far saltare il numero legale.
Saranno sicuramente presenti i sindaci del Pd, che complessivamente copre una quota di circa 90mila abitanti.
Ma anche superato lo scoglio del numero legale, lo scenario è del tutto imprevedibile. Anche per approvare o respingere la proposta serve infatti la maggioranza qualificata in termini di abitanti. Decisivi saranno i Comuni più popoloso, come Casalmaggiore (con Claudio Silla pronto a dare battaglia alla proposta di Salini), Soresina, Soncino, Pizzighettone, Castelleone, Rivolta d’Adda.
In caso di mancanza del numero legale, infine, scatterà la regola del silenzio assenso (i trenta giorni scadono oggi) e la proposta per la società mista proseguirà il suo iter approdando in Regione. A seguito di parere della Regione, la proposta tornerà in Consiglio Provinciale per l’approvazione definitiva.
E mentre i comitati, i tanti cittadini, le associazioni e le forze politiche si preparano alla manifstazione di oggi (corteo da porta Venezia alla fiera dalle 17.30), ecco l’appello del Comitato Acqua Pubblica al sindaco di Crema, Bruno Bruttomesso. In una lettera aperta il comitato invita il sindaco a presentarsi questa sera.
Ecco il testo integrale.
Signor sindaco Bruno Bruttomesso
apprendiamo con incredulità la sua volontà di non essere presente alla Conferenza dei Comuni fissata per oggi 16 dicembre. Nei giorni scorsi infatti la stampa locale ha dedicato in diverse occasioni molto spazio alle sue dichiarazioni e a quelle di importanti esponenti delle forze politiche che appartengono alla maggioranza del comune da lei amministrato. Gli articoli in questione riportavano a chiare lettere la sua decisione di sostenere una gestione totalmente pubblica del servizio idrico; stessa posizione che veniva attribuita, anche con molta decisione, a esponenti della Lega Nord cremasca. La contraddizione è ancora più stridente una volta lette le sue dichiarazioni odierne, che tornano a sostenere la soluzione pubblica, in totale contrasto con il comunicato congiunto di ieri.
Il voto in Conferenza dei Comuni è un voto obbligatorio e vincolante, lei come sindaco non può non sentire profondamente dentro di sé il peso di quest’obbligo. Ieri lei ha affermato pubblicamente che la seduta di oggi sarebbe inutile: è un grave errore, è anzi essenziale poiché sarà quella che determinerà ufficialmente il rigetto o l’accettazione del piano d’ambito. Rimanendo a casa oggi lei signor sindaco non potrà dare il suo voto contrario (su cui ormai tutti i cittadini speranzosi contavano). Inoltre lei sa bene che Crema ha un forte effetto di trascinamento sui comuni circonvicini: se non si raggiungerà il numero legale alla seduta di oggi il piano d’ambito avrà via libera e con esso la privatizzazione del servizio.
Diversamente dal sindaco Perri lei è ormai prossimo alla scadenza di mandato: ci chiediamo quali leve abbia mosso il presidente Salini per costringerla a cambiare così repentinamente e radicalmente parere su una questione tanto importante. Crema è per di più sede e proprietaria di aziende che hanno un grosso ruolo nella gestione del servizio idrico in provincia: come può improvvisamente non preoccuparla più il futuro che esse (e i lavoratori e le loro famiglie) avranno di fronte?
Non vediamo come i cittadini cremaschi riusciranno a comprendere e giustificare (meno che mai apprezzare) un voltafaccia così inaudito, specie se il suo comportamento regalerà la loro acqua a quella multinazionale straniera che voci insistenti dicono stia già girando per la provincia vendendo contratti multiservizi, evidentemente certa di avere in tasca la vittoria della gara per la privatizzazione.
La preghiamo, signor sindaco Bruttomesso, tenga la schiena dritta, non ceda ai ricatti e alle minacce e confermi la posizione di contrarietà già manifestata più volte sui mezzi di stampa e coerentemente alla Conferenza di lunedì scorso. Contiamo tutti su di lei.
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