Acqua, la Provincia non molla:
Cda dell’Ufficio d’Ambito per due ore
a confronto sulla richiesta
di revoca dei sindaci
– nella foto il Cda dell’Ato riunito per decidere sul servizio idrico
AGGIORNAMENTO ORE 21 – La Provincia tira dritto e cerca di imporre la sua volontà sulla testa di 102 sindaci. La proposta per la società mista di gestione del servizio idrico verrà ripresentata – pare senza sostanziali modifiche – all’assemblea dei sindaci di venerdì 16. Questa la decisione intorno alle 21, presa dal Cda dell’Ufficio d’Ambito, azienda speciale della Provincia. Il Cda non ha deciso all’unanimità e si è spaccato sulla richiesta di revoca della proposta avanzata dai sindaci. Contro il ritiro della proposta il presidente Giampietro Denti e i Consiglieri Flavio Rastelli e Gianfranco Cavenaghi. A favore del ritiro (dunque in linea con la richiesta dei sindaci) Marco Cavalli, sindaco di Romanengo per il Pd. Astenuto l’assessore comunale Francesco Bordi, che ha inutilmente chiesto altri 30 giorni di proroga prima di mettere ai voti la proposta.
Ai cronisti il presidente del Cda aveva assicurato una breve nota stampa in serata per dare conto dell’esito della riunione, ma nessuna comunicazione è stata inviata. I cellulari di Bordi e Rastelli suonano a vuoto. L’unico commento che è stato possibile raccogliere è stato quello di Marco Cavalli. “Non mi capitava da tempo, ma questa sera mi sono scandalizzato. La richiesta dei sindaci era chiara e precisa e questo era l’oggetto: richiesta di revoca. Questo non è stato fatto e lo trovo scandaloso”.
IL PUNTO ALLE ORE 20 – Due ore di riunione e ancora nessuna decisione sulla richiesta formulata lunedì da 102 sindaci del territorio. Il Cda dell’Ufficio d’Ambito di Cremona è riunito dalle 18 negli uffici di corso Vittorio Emanuele. Sul tavolo, la richiesta di revoca della proposta per la costituzione della società mista per la gestione del servizio idrico sul territorio. Il protrarsi, decisamente oltre il previsto, della seduta non è un buon segnale. Segno che le indiscrezioni dei comitati erano fondate e che nel Cda qualcuno insiste per ignorare la richiesta dei sindaci e riproporre, con leggere modifiche, la proposta per la società mista. A quanto si apprende, nel Cda sulla linea del rinvio sarebbero attestati l’assessore Francesco Bordi e il sindaco di Romanengo, Marco Cavalli. Decisi a portare avanti la proposta il presidente Giampietro Denti e i consiglieri Flavio Rastelli e Gianfranco Cavenaghi.
La seduta è cominciata poco dopo le 18. Sbrigati in una ventina di minuti gli altri punti del giorno, ci si è concentrati sulla richiesta di revoca approvata lunedì dall’assemblea dei sindaci. Il dibattito nel Cda è serrato, qualcuno ha ricordato a Denti il pronunciamento dei primi cittadini: “Non si può ignorare la richiesta di 102 sindaci”, è stato detto nel corso dell’incontro.
In corso Vittorio Emanuele, sin dalle 17.30, diversi manifestanti richiamati dal Comitato Acqua pubblica. Una ventina sono ancora adesso a presidiare l’ingresso della sede dell’Ato con bandiere e striscioni.
Tante le supposizioni sul possibile esito della riunione del Cda. Nel caso prevalesse la linea dura, una nuova proposta (comunque incentrata sulla società mista) verrebbe posta all’attenzione dell’assemblea dei sindaci. Questo dovrebbe far ripartire il conteggio dei 30 giorni oltre i quali scatta il silenzio assenso e i sindaci sarebbero chiamati entro un mese a riunirsi per votare la nuova proposta.
Dovesse invece il Cda respingere la richiesta di revoca ignorando la richiesta dei sindaci, si andrebbe decisamente alla conta. Al più tardi venerdì 16 dovrebbe essere convocata una nuova assemblea (diversamente scatterebbe il silenzio assenso e l’attuale proposta potrebbe proseguire il suo percorso), nella quale i sindaci dovrebbero votare un secco sì o no per la società mista.
A quel punto, ci si domanda, Cremna e Crema se la sentirebbero di andare fino in fondo contro Salini e restando coerenti alle iniziali dichiarazioni?