Bufera discarica, nelle intercettazioni
anche Rossoni, l’assessore provinciale
Pinotti e il sindaco di Cappella Cantone
– Nella foto Rossoni, l’ex cava di Cappella Cantone e Pinotti
La storia inquinata della discarica di amianto a Cappella Cantone è ancora da scrivere. Siamo purtroppo solo ai capitoli iniziali. Tocca alla Procura di Milano proseguire nell’inchiesta avviata ma già questa mattina compaiono i nomi eccellenti cremonesi in alcune intercettazioni telefoniche. Non è dato sapere se vi siano nuovi indagati né il ruolo eventualmente avuto ma nelle telefonate si parla di Gianni Rossoni, assessore regionale del Pdl, di Gianluca Pinotti, assessore all’agricoltura e all’ambiente della Provincia di Cremona e del sindaco di Cappella Cantone Tadi. Nelle telefonate intercettate ricorre sovente anche un altro assessore regionale, quello all’ambiente, Marcello Raimondi (Pdl).
Sembra che la spinta alla discarica di Cappella Cantone non sia arrivata solo da Franco Nicoli Cristiani (Pdl, vicepresidente del consiglio regionale) ma anche da altri politici, funzionari e dirigenti. Il più informato sulla vicenda è il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi che segnala come Raimondi si sarebbe attivato, su sollecitazione del consulente di Locatelli Luigi Brambilla, per dare una mossa alla discarica di Cappella Cantone, a rischio di stop per il livello della falda. E l’avrebbe fatto mandando una lettera al sindaco e al vicesindaco di Cappella Cantone invitandoli a dare l’ok. I carabinieri annotano come sia strano l’interessamento di Raimondi in quanto lo stesso non ha alcuna competenza in materia. Nel pezzo di Repubblica si rivela una nota degli investigatori: “Il suo interessamento è strumentale e volto ad accorciare i tempi e quindi eludere le verifiche previste per attestare l’idoneità del sito ad accogliere la discarica”. Ma i funzionari pare non ci stiano e non si curano delle pressioni di Raimondi. Si arrabbia anche Pierlugi Tadi, sindaco di Cappella Cantone: “Fai il furbo e a me i furbi non piacciono” avrebbe detto a un dipendente della Locatelli. Ma visto che Raimondi non è riuscito a far compiere il salto di tempi all’operazione da cui dipendeva il destino del gruppo locatelli, ecco che ricorrono (“ricorrere”, è proprio questo il termine che usano gli investigatori) all’assessore regionale Gianni Rossoni, cremasco, da vent’anni al Pirellone. Chi si fa avanti è sempre il consulente aziendale di Locatelli, Luigi Brambilla. In una intercettazione ha detto ad Andrea Oldrati, finito anche lui in carcere come braccio destro di pierluca Locatelli nelle operazioni di Cappella e della Brebemi: “Io faccio il mio su Rossoni…” . Di certo non uno sconosciuto, tanto è vero che dice ancora Brambilla: “….nell’operazione che montiamo su Mantova è coinvolto anche lui, eh!”. L’interlocutore di Oldrati è invece Gianluca Pinotti, assessore provinciale all’Ambiente di Cremona: “Io ho già appuntamento da lui…ahah ragazzo!”. “Bene, bene” gli dice l’altro.
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