Politica

Assalam: “la Comunità islamica chieda scusa”

Khalid Khalkane, Adnani Kadmiri Moulay Ameur, Dhaiche Aziz

“Oggi chiediamo alla Comunità islamica cremasca di chiedere scusa: ai cittadini di Crema, perché hanno diviso la città, e ai musulmani, perché la frattura all’interno della comunità, oltre ad aver fatto perdere del tempo prezioso”. Per quanto strano possa apparire, non sono parole di un politico oppositore alla realizzazione del luogo di culto islamico in via Milano – progetto ritenuto non ammissibile dalla commissione comunale pochi giorni fa – ma di Dahiche Aziz, presidente dell’associazione islamica Assalam.

Tra le due realtà musulmane non corre buon sangue. La conferenza stampa di stamani – organizzata dal consiglio direttivo di Assalam – ne è stata la conferma. I vertici di Assalam hanno speso parole di condanna nei confronti del progetto della Comunità islamica cremasca, guidata da Bouzaiane Dhaouadi. Epicentro della diatriba è la decisione aderire al bando emanato dal Comune di Crema, accettando le prescrizioni connesse, incluso il limite di concessione dell’area, pari a trent’anni.

Ma la frattura va ben oltre la querelle sul centro culturale arabo. Tre i capitoli di divergenza illustrati da Adnani Kadmiri Moulay Ameur, segretario e portavoce di Assalam: “primo: il progetto va contro la volontà dei cremaschi; secondo: il progetto portava con sé il rischio di atti come quelli avvenuti a Lodi (dove l’edificazione della moschea è stata sospesa dopo che sul terreno è stato fatto passeggiare un maiale); terzo: chi guida la comunità islamica deve essere sapiente e degno, mentre l’attuale presidente non è nemmeno stato eletto”.

Ad oggi la comunità musulmana non ha un luogo di preghiera riconosciuto. La soluzione individuata da Assalam sarebbe l’affitto di un capannone in via Milano, edificato su due piani e con disponibilità di parcheggio. “Noi stiamo lavorando per il futuro della nostra comunità – ha puntualizzato in conclusione il presidente Dahiche Aziz – se i giovani di oggi non troveranno un posto dove ricevere informazioni corrette sulla loro religione, domani potremmo avere dei guai, e nuovi arruolati nell’Isis”.

Stefano Zaninelli

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