La SisTer di Palazzo
Pignano festeggia il
mezzo secolo d’attività
– Nella foto, Massimo Fini (A.d. SisTer) e Silvia Civardi (G.m. Fresenius Italy).
Cinquant’anni di attività, e nozze d’argento con il gruppo tedesco Fresenius Medical Care. Doppio anniversario, quest’oggi, alla SisTer, realtà produttiva che opera nel campo biomedicale, sita a Palazzo Pignano.
Doppio anniversario e grandi festeggiamenti. L’azienda, fondata nel 1964, ha raggiunto il cinquantesimo anno di attività. Dal 1989 è parte del gruppo Fresenius, che si occupa del trattamento dei pazienti con un insufficienza renale. SisTer è uno degli stabilimenti che produce i disposable necessari per i trattamenti di dialisi.
La mattinata è stata inaugurata dal saluto delle autorità. Presente, per l’occasione, il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi. “I cremaschi riconoscono il grande valore di quest’azienda”, ha scandito il Primo Cittadino, ed ha poi assicurato che la politica cercherà di “sbloccare le opportunità”, essendo questo il suo compito.
A seguire, l’intervento di Silvia Civardi, general manager di Fresenius Italia. Quest’ultima ha illustrato i 25 anni di sviluppo che la SisTer ha vissuto: “ha fatto molto – ha spiegato quest’ultima – nel campo dei prodotti, della cura dialitica ed ha contribuito allo sviluppo della tecnologica in questo campo”. Tre gli obiettivi futuri illustrati dalla Civardi: la riorganizzazione della cura medica, un nuovo imprinting a livello normativo e il taglio dei costi.
“Questa settimana – ha esordito l’amministratore delegato SisTer, Massimo Fini – è stata ricca di grandi eventi, come il summit milanese tra Europa ed Asia, ma il più importante si celebra oggi: gli anniversari di SisTer e Fresenius”. Negli ultimi dieci anni – ha illustrato Fini – l’azienda è cresciuta notevolmente, sia a livello di fatturato – previsti, per il 2014, 106 milioni di euro – che a livello di risorse umane, passando dai 230 addetti del 2003, ai 422 del 2014. “Siamo un incubatore per nuove tecnologie – ha riferito l’A.d. – e per nuovi prodotti”. “La nostra identità – ha aggiunto – dev’essere quella di un incubatore, fondato sull’automation molding e montaggio automatico”.
L’azienda presenta una produzione totalmente verticalizzata. Partendo dalla lavorazione (totalmente automatizzata) della polvere di PVC arriva a confezionare prodotti finiti sterili. “La sfida iniziale – sintetizza l’A.d., Massimo Fini – era la sopravvivenza di una azienda manifatturiera in un contesto globalizzato competitivo”. E se non può essere considerata definitivamente vinta, “la nostra lotta continua attraverso la trasformazione della tipologia di lavoro, da prettamente manuale a fortemente automatizzato”.
Zeta
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