Ludopatia, allarme nel territorio, crescono
i ricoveri, ma il 75% si fa curare
Ludopadia, allarme nel territorio. A fare il punto della situazione la dirigenza dell’ospedale, dove i ricoveri per questo male, definito dal vescovo monsignor Oscar Cantoni “il male del secolo”, sono in continuo aumento.
“La ludopatia – sostiene Luigi Ablondi, direttore generale dell’ospedale Maggiore di Crema – ha preso molto all’evidenza dei media”. Questa è stata solo una delle molteplici conferenze sul tema. E non sarà l’ultima occasione per parlarne, purtroppo. La ludopatia “è una patologia che assume, col passare del tempo, aspetti sempre più drammatici”, avverte Ablondi. Inoltre, attraversa tutta la società e si alimenta con la crisi.
L’Unità Operativa Riabilitazione delle dipendenze è testimone diretto di questo “disturbo assolutamente in espansione”, come spiega il dottor Giorgio Cerizza, responsabile dell’Unità. Il lavoro svolto in questi anni è una “deriva” naturale: il centro di Rivolta ha iniziato monitorando e fornendo servizi per l’alcolismo, passano per la droga e giungendo alla cura della ludopatia.
In questi anni l’Unità di Rivolta ha messo a punto il Modello Terapeutico Esperienziale, una terapia di gruppo che ha portato ottimi risultati in ambito ludopatia – uno studio dell’Università Bicocca ne attesta l’efficacia attorno al 70-75%. Questo modello parte dall’intendo di riappropriare la persone delle proprie emozioni – spesso difficili da riconoscere, a causa del disturbo. “Aiutare il paziente a ricordare e rimettersi in contatto con le proprie emozioni, capacità e limiti”; è questo ciò di cui parla la dottoressa Elena Chiodo, educatrice dell’Unità Operativa Riabilitazione.
Dal 2006 sono state visitate 184 persone, provenienti da tutta la Lombardia, di cui 108 sono passate al ricovero. Spicca una netta preponderanza maschile, sul totale dei visitati: 81%, contro il 19% femminile. Questi soggetti hanno un’età variabile, compresa tra i 18 e i 72.
Per quanto concerne il cremasco, le persone seguite sono 37, attualmente in trattamento di gruppo. Nel solo 2013 sono state visitate 54 persone e ricoverate 33, confermando il trend di crescita costante degli ultimi anni. Dei 37 ricoverati il 72% sono uomini. Le età maggiormente colpite sono quelle tra i 30 e i 39 anni (30%) e gli ultrasessantenni (30%).
I casi segnalati all’Unità provengono solitamente dal servizio psichiatrico, dalle aziende ospedaliere e dal SERT.
Da sottolineare il fatto che molte delle persone affette da questa patologia mostrano appartengono alla categoria dei disoccupati. Se sia la patologia ad influire sulla disoccupazione, o viceversa, non è dato saperlo. Dato decisamente più positivo: alla terapia c’è un tasso di adesione del 75%.
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