Affaire Charis-Campus
San Bartolomeo, comune
apre a Provincia: “Disposti
a rinunciare alle obbligazioni”
“Siamo anche disponibili a rinunciare alle obbligazioni della Provincia, cioè a ciò che la Provincia dovrebbe dare al comune per l’acquisto del terreno di via Libero Comune. Per quanto riguarda invece il costo affrontato per la ristrutturazione delle ex Magistrali dobbiamo discuterne. In fin dei conti si tratta di una struttura utilizzata dalla Provincia”. Così, in sintesi, la risposta che il sindaco Stefania Bonaldi sta preparando lettera del presidente della Provincia Massimiliano Salini nella quale chiedeva se il comune fosse “disponibile a garantire la cessazione delle obbligazioni assunte dalla Provincia con l’atto di compravendita del terreno di via Libero Comune, con relativa restituzione di quanto già erogato da questa amministrazione sia a titolo di rate, sia a titolo di lavori effettuati su immobili comunali”. In pratica un milione e 800mila euro per l’area di via Libero Comune e circa 700mila per i lavori sulla struttura di largo Falcone e Borsellino. Resta inteso il fatto che tutta l’operazione deve essere supportata da uno scenario chiaro e da un accordo tra il liquidatore della Fondazione Charis, Alessandro Bani e con i creditori che hanno ribadito “la disponibilità a rilevare la struttura in questione unitamente ad altri beni del patrimonio della Charis, onde potere procedere al completamento dell’istituto scolastico e la sua messa in funzionamento a disposizione della Provincia e alla condizioni economiche dalla stessa chiarite”.
L’operazione, come chiarito più volte, dovrà passare attraverso una verifica con la presidente del tribunale di Cremona, Ines Marini, al fine di potere, pure nel rispetto delle norme di legge, minimizzare i tempi volti a fare periziare tutti i beni di proprietà della Charis e garantire il corretto svolgimento delle procedure di liquidazione. Ed ottenere il via libera di tutti i creditori che non sono sullo stesso piano.
E soprattutto il benestare della Provincia di Cremona, che però, dopo aver chiesto al comune di dire chiaramente se vuole che venga fermato il progetto di San Bartolomeo, ha dei tempi molto stretti per decidere. Ed è proprio il tempo ad essere uno dei maggiori ostacoli all’operazione Valcarenga. Infatti, nonostante le pressioni che potrebbero essere messe in atto per velocizzare le operazioni di stima e liquidazione dei beni della Charis, l’operazione potrebbe richiedere molto tempo. Si parla anche di oltre un anno. Tempo che quindi manca, vista anche l’imminente scadenza del mandato elettorale di Salini e l’incertezza sulla futura esistenza delle Province.
La lettera inviata dal sindaco il 7 novembre
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