Cronaca

Pugno duro del comune
contro il gioco d’azzardo:
basta sale gioco in città

Il comune di Crema dice no al gioco d’azzardo. Il continuo espandersi delle sale da gioco, ultima fra tutte quella aperta di recente nell’ex cinema Vittoria in pieno centro città, ha allarmato gli amministratori che hanno deciso di aderire al manifesto per dire no al gioco d’azzardo.

“Il fenomeno della richiesta di apertura di sale gioco è in continua crescita  –   afferma il sindaco Stefania Bonaldi –  anche  a Crema.  Per questo, come Comune, aderiamo con convinzione al manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”.

I sindaci dicono no al gioco d’azzardo e presentano al Governo un loro manifesto di richieste e di impegni. Lunedì, a Milano, ci sarà una conferenza stampa  sul tema con la presentazione di delibere, regolamenti, attività e progetti messi in campo da alcuni Comuni per contrastare l’espansione del gioco d’azzardo e le patologie ad esso correlate. I numeri fanno impressione ed allarmano gli amministratori cittadini.  Cento miliardi di fatturato, il 4% del Pil nazionale. Quella del gioco si configura come la terza   industria italiana con 8 miliardi di tasse.  Quindici milioni i giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico,  circa 80.000 quelli già patologici. La Lombardia detiene il primato di incassi dell’industria  legale del gioco. Le conseguenza legate a questo fenomeno sono molto gravi. Ore sottratte al lavoro, alla vita  affettiva,  alle relazioni per affermare un principio, così  caro alla società dei consumi, del “Tutto, subito, senza sforzo”. Il gioco altera i presupposti morali su cui si fonda la società, che sono il lavoro, la fatica e l’impegno.

“Il gioco d’azzardo compulsivo – prosegue il sindaco –  è stato riconosciuto come una vera e   propria patologia dall’Organizzazione  Mondiale della Sanità. Per curare  le persone affette da   ludopatia, lo stato spende  5/6 miliardi l’anno. Troppe famiglie sono a rischio. In un momento di   crisi economica, paradossalmente, l’attrazione verso il gioco è ancora più forte. Non vogliamo   alimentare facili illusioni. Chiediamo norme che ci aiutino  ad arginare il fenomeno. Norme ad   esempio che limitino la distanza dei videopoker da istituti scolastici o centri giovanili  o il fenomeno   della continua richiesta di apertura sale gioco che arrivano anche nella città di Crema”.

Poiché il gioco d’azzardo è regolato dalla Stato, dice il manifesto dei sindaci,  gli amministratori   locali non hanno alcun peso regolativo, ispettivo e autorizzativi. Per questo i sindaci chiedono una nuova legge nazionale, fondata sulla riduzione  dell’offerta e contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono leggi regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle Regioni sia per la cura dei giocatori patologici sia per la prevenzione dai   rischi del gioco d’azzardo, sia per il sostegno alle azioni degli Enti locali. Infine chiedono che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco e stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia   richiesto ai Comuni e alle Autonomie locali il parere preventivo per l’installazione dei giochi d’azzardo.

LE VIDEOLOTTERY DELLA CITTA’

“A Crema – afferma l’assessore al Commercio Morena Saltini – da una verifica fatta con i   dirigenti, ci risultano cinque videolottery, compresa la sala Bingo, le cui autorizzazioni  spettano alla Questura, che sono pertanto sottoposte a determinati requisiti e vincoli. Per quanto riguarda slotmachine, gratta e vinci, lotto, superenalotto qualsiasi bar, tabaccheria può chiedere l’autorizzazione, collegandosi ai Monopoli di Stato. Quindi potenzialmente 200 bar, 30 circoli privati, 30 tabaccherie possono dotarsi di  macchinette per il gioco. Infatti le richieste, come affermano i dirigenti del settore, sono in continua  espansione.”

“Le istituzioni pubbliche – conclude Stefania Bonaldi – grazie alla vicinanza con i cittadini,   possono mettere in campo una serie di interventi, se la legislazione nazionale ce lo consentisse,   per regolamentare almeno le concessioni ed evitare la loro proliferazione. Anche perché, non dimentichiamoci, che dietro al gioco d’azzardo si consumano reati   legati alla criminalizzata organizzata, come l’usura, che   sfrutta la debolezza psicologica   dei giocatori.  Una battaglia che si combatte  con  i controlli ma, soprattutto, attraverso   attività culturali, educative e sociali” .

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